Il nuovo caso di patent trolling selvaggio riguarda CryptoPeak Solutions, società apparentemente costituita con il solo scopo di provare a spillare denaro dai servizi, le aziende e i siti più popolari di Internet dotati di certificati per le comunicazioni cifrate (HTTPS).
Il brevetto conteso è il numero 6.202.150 , di cui CryptoPeak Solutions si è appropriata nel mese di maggio, e riguarda la gestione di non meglio precisati “Auto-escrowable and auto-certifiable cryptosystems” tramite certificati TLS basati sulla crittografia ellittica ; il numero di cause legali avviate da CryptoPeak ammonta a 70, e include nomi noti e meno noti dell’IT come AT&T, Yahoo, Netflix, GoPro, Sony, Macy’s, Experia, Best Western e via elencando.
L’azienda ha depositato le cause nel Distretto Est del Texas, una giurisdizione ben nota per la sua propensione a trattare le cause sui brevetti tecnologici e la generale tendenza dei giudici a dar ragione alle motivazioni dell’accusa.
Il brevetto che secondo CryptoPeak sarebbe stato violato descrive in realtà un sistema per “recuperare” le chiavi private dell’utente in un sistema crittografico asimmetrico o per accedere alle informazioni cifrate, piuttosto che entrare nello specifico degli algoritmi di crittografia ellittica citati dalla società.
Non è un caso che Netflix, una delle tante aziende denunciate da CryptoPeak, abbia chiesto al giudice texano di chiudere il caso perché, in sostanza, la violazione non sussisterebbe. L’invalidità delle accuse è così “accecante”, dice Netflix, che la corte dovrebbe correggerle prima di poterle accettare e procedere col dibattimento.
Alfonso Maruccia