La scorsa settimana abbiamo riportato su queste pagine la notizia di un maxi-sequestro compiuto dalle autorità nell’Ucraina centrale, più precisamente nella città di Vinnycja: all’interno di un magazzino sono state trovate circa 3.800 console PS4, alimentate con corrente elettrica rubata (il valore del furto è stimato tra 186.000 e 259.000 dollari). A differenza di quanto ipotizzato in un primo momento, le piattaforme non erano impiegate per il mining di criptovalute come Bitcoin o Ethereum.
La moneta virtuale di FIFA come le criptovalute?
Dalle indagini è emerso che i gestori dell’impianto traevano profitto dalla vendita di un’altra moneta virtuale, quella impiegata all’interno delle simulazioni calcistiche della serie videoludica FIFA sviluppata da EA Sports. I PC rinvenuti controllavano bot in esecuzione sulle PlayStation 4, per generare la valuta digitale da cedere a coloro intenzionati poi a spenderla nella modalità Ultimate Team in modo da rafforzare la squadra da schierare in campo, acquistando pacchetti di carte all’interno dei quali trovare nuovi giocatori e power-up di altro tipo.
Trovano così una spiegazione i dubbi sollevati in occasione del sequestro, principalmente legati alla potenza di calcolo delle console, ritenuta poco adatta per Bitcoin e altre crypto. Riportiamo di seguito quanto scritto la scorsa settimana.
Alcune stime ritengono la PlayStation 4 di Sony poco adatta al mining, considerando le sue capacità di calcolo non esattamente di ultima generazione: integra una GPU personalizzata da AMD con ormai qualche anno sulle spalle. Chiamando in causa Bitcoin, si ritiene che una singola console possa generare ogni mese 0,00013896 BTC o 4,65 dollari stando al cambio attuale. Insomma, un’operazione in perdita, a meno che non si debba sostenere alcuna spesa per l’elettricità.