Un perverso meccanismo di propaganda videoludica , innescato dagli Stati Uniti ed in particolare dal game publisher californiano Activision Blizzard. Così un recente articolo apparso tra le pagine online di Cubadebate , sito d’informazione cubano “contro il terrorismo mediatico”.
Al centro delle feroci critiche il nuovo capitolo della celebre saga Call of Duty , uscito da pochi giorni sui mercati di Europa e Stati Uniti. Secondo il sito controllato dalle autorità di L’Avana, Black Ops cercherebbe di realizzare virtualmente un desiderio vecchio di 50 anni: assassinare Fidel Castro .
Un assunto basato sulle stesse missioni previste dal nuovo episodio dello sparatutto in prima persona. Milioni di gamer saranno infatti trasportati indietro nel tempo, alla presidenza di John Fitzgerald Kennedy e soprattutto all’alba di una crisi missilistica che aveva preoccupato non poco l’opinione pubblica mondiale.
Uno dei principali obiettivi nel gameplay di Black Ops consiste proprio nell’infiltrarsi tra le strade della capitale cubana per cercare di assassinare un giovane Fidel Castro, da poco insediatosi al potere al posto di Fulgencio Batista. Un compito troppo aderente alla realtà della storia , almeno secondo Cubadebate .
La propaganda di Black Ops sarebbe dunque doppiamente perversa, in primis perché andrebbe come a legittimare le reali e ripetute intenzioni del governo statunitense di assassinare Fidel Castro . Che sarebbe sfuggito – sempre secondo i dati riportati – più di 600 volte ai tentativi d’omicidio tramati dai servizi segreti a stelle e strisce.
Ma l’ultimo capitolo della saga di Call of Duty sarebbe anche responsabile di un pericoloso indottrinamento delle menti più giovani. Stimolando – secondo Cubadebate – attitudini sociopatiche negli adolescenti del Nord America .
Mauro Vecchio