L’Avana – C’è fame di telefoni cellulari a Cuba. L’abolizione del proibizionismo sui telefonini, il cui utilizzo è oggi legale in virtù della riforma elettronica favorita da Raul Castro, ha spalancato nell’isola le porte di un mercato completamente nuovo e in rapida crescita, all’inseguimento di quei paesi in cui il telefonino è ormai una realtà consolidata e assodata.
Il dato più significativo proviene da Cubacel , operatore di telefonia mobile locale, che annuncia 7.400 nuovi utenti nei primi dieci giorni di legalizzazione, ossia da quando il mercato della telefonia mobile è stato aperto a tutta la popolazione. La rapida impennata del mercato dei cellulari è abbastanza sorprendente, considerando che l’attivazione di un contratto di telefonia mobile costa circa 111 CUC (poco meno di 80 euro): non è una grande cifra per un utente USA o europeo, ma per un cittadino cubano significa mesi di salario.
Sono così saliti a 300mila gli utenti della telco cubana che è parte della compagnia telefonica locale ETECSA , società con capitale a maggioranza statale (poco più del 70%), ma con la partecipazione di un unico azionista privato, Telecom Italia (che ne detiene una quota pari a circa il 30%). L’obiettivo è ovviamente ben più ambizioso: 1,6 milioni di utenti nei prossimi cinque anni, secondo quanto dichiarato da Maximo Lafuente Vázquez, vice-presidente ETECSA per la divisione mobile. Un traguardo che si raggiungerà passando per l’introduzione delle offerte prepagate e per una più capillare copertura.
Il progresso sembra destinato ad abbattere i muri fino ad oggi alzati verso il mondo esterno: Raul Castro ha aperto le porte di Cuba ai cellulari così come ha concesso la vendita e l’utilizzo di elettrodomestici e altri dispositivi elettronici, accanto alla possibilità – per i cubani che se lo possono permettere – di fruire delle strutture che normalmente accolgono i turisti stranieri. E, per contro, sembra che un altro muro sia destinato a crollare, se è vero che ai cubani sarà consentito di fare viaggi all’estero in virtù dell’abolizione del permesso di uscita, noto con il nome di tarjeta blanca .
Dario Bonacina
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