David Hackerman, ricercatore Microsoft, è una vecchia conoscenza dei lettori di Punto Informatico : da alcuni anni è al lavoro su un sistema di lotta allo spam ispirato al sistema immunitario dell’uomo, basato anche sulle informazioni acquisite nello studio di una delle peggiori malattie, l’ AIDS . Ma Hackerman, che oltre ad essere un esperto di informatica è anche un dottore in medicina , un bel giorno si è chiesto: perché non mettere insieme le due cose?
Trovato in Bill Gates un valido supporto, è partita una rete di contatti con ricercatori di istituti celebri per la ricerca in questo settore, come la University of Washington e il Massachusetts General Hospital . Da allora, il piccolo team dei laboratori di BigM diretto da Hackerman si occupa di sviluppare algoritmi adatti sia a combattere lo spam che la sindrome da immunodeficenza acquisita .
Il progetto viene finanziato dal budget per la ricerca stanziato da Microsoft ogni anno: pochi milioni sono una inezia rispetto ai cinque miliardi di euro spesi ogni anno per lo sviluppo dalla azienda di Redmond che – visto anche l’animo filantropico del suo fondatore – non sente la mancanza di quei soldi. Certo, sono investiti in un settore che esula completamente dall’abituale campo di affari di BigM ma si tratta di un lavoro che in futuro potrebbe salvare molte vite , senza contare l’eventuale enorme ritorno di immagine per Microsoft.
Grazie agli sforzi di Hackerman e dei suoi collaboratori, lo studio delle mutazioni del virus dell’AIDS (qui mostrato in una ricostruzione artistica), uno dei principali ostacoli alla creazione di un vaccino, ha subito una accelerazione drastica . A loro disposizione c’è una potente rete di 320 computer, che elaborano in parallelo gli algoritmi creati dai ricercatori: in un anno, grazie al continuo miglioramento del codice e al potenziamento delle macchine, sono riusciti a migliorare la velocità di analisi di quasi 500 volte. A giugno scorso hanno anche messo a disposizione della comunità parte del loro lavoro: alcuni tool software, utili nella lotta all’AIDS, sono stati rilasciati con licenza libera e potranno essere impiegati e sviluppati da chiunque voglia contribuire alla ricerca.
La velocità è un fattore fondamentale : il virus HIV, così come lo spam, muta la sua forma in continuazione, attraverso meccanismi che non sono ancora prevedibili. Riuscire a tenere il passo di queste mutazioni, consentirebbe eventualmente di individuare uno schema, e di elaborare di conseguenza qualche tipo di cura. Ma per farlo, occorre tenere conto delle enormi differenze tra i sistemi immunitari dei vari pazienti, nonché come ciascuno di essi reagisce all’attacco del virus.
Una impresa quasi impossibile, e né Heckerman né i suoi colleghi si illudono sia un compito facile: se ad esempio si dovesse scoprire che le mutazioni del virus sono del tutto casuali “saremmo in grossi guai” spiega. Ma le sfide impegnative , si sa, piacciono a tutti.
Luca Annunziata