La causa per Custom XML è quasi giunta alla sua fase conclusiva: la canadese i4i è più che mai determinata a far prevalere le sue ragioni sul brevetto per la generazione di codice XML personalizzato, infranto – a suo dire – da Microsoft Office. Microsoft è d’altro canto impegnata non solo a difendere la commercializzazione della sua suite di produttività , ma anche a chiedere alla Corte Suprema statunitense di riformare i parametri legali su cui i giudici decidono in merito alle infrazioni di brevetto.
Microsoft chiede di applicare il principio di ” preponderanza della prova ” e la giusta valutazione dei casi di prior art anche nelle circostanze come quelle sollevate da i4i nel 2007, e nel caso specifico con Redmond si è schierata una fetta importante dell’industria IT – Google, Red Hat, Dell e altre – assieme a importanti associazioni a favore dei diritti digitali come Electronic Frontier Foundation e Public Knowledge.
In attesa delle audizioni fissate per il prossimo 18 aprile, la Corte Suprema ha già ricevuto il memoriale con le argomentazioni portate avanti da i4i: la software house canadese dice di essere “fiduciosa” sul fatto che alla fine prevarrà anche in quest’ultimo grado di giudizio , così come è risultata vincente anche nelle corti inferiori.
Nel mentre, il presidente della società Loudon Owen definisce “l’attacco contro I proprietari di brevetto” e le modifiche proposte da Microsoft come “senza precedenti e foriere di un impatto devastante” per il business della proprietà intellettuale. Dovesse prevalere la posizione di Redmond, minaccia i4i, le modifiche al sistema legale “danneggerebbero in maniera drammatica la crescita di posti di lavoro in qualsiasi industria in cui sono importanti le nuove tecnologie e le invenzioni”.
Alfonso Maruccia