Cyber-riciclaggio: maxi operazione tra Italia e Spagna

Cyber-riciclaggio: maxi operazione tra Italia e Spagna

Una vasta operazione tra Italia e Tenerife ha consentito di fermare una banda che sottraeva denaro da conti online tramite phishing e SIM-swap.
Cyber-riciclaggio: maxi operazione tra Italia e Spagna
Una vasta operazione tra Italia e Tenerife ha consentito di fermare una banda che sottraeva denaro da conti online tramite phishing e SIM-swap.

150 persone coinvolte, 106 arresti (18 dei quali in Italia), 118 conti correnti sequestrati e un giro d’affari da oltre 10 milioni di euro solo nell’ultimo anno: sono queste le cifre di una operazione condotta dalla Polizia italiana e quella spagnola con la collaborazione di Europol per fermare un traffico illecito portato avanti attraverso phishing e attacchi a conti correnti online.

Operazione Fontana-Almabahìa

L’operazione “Fontana-Almabahìa” si è conclusa da poche ore fermando una struttura che stava ormai drenando denaro con sempre maggior velocità, riciclandolo quindi attraverso criptovalute, armi o stupefacenti. Spiega la Polizia di Stato:

Il gruppo, avvalendosi di hacker specializzati in attacchi di phishing e vishing di ultima generazione e nell’uso di tecniche di ingegneria sociale, si era impossessato dei codici dispositivi dell’home banking di vittime in prevalenza italiane ma anche spagnole, inglesi, tedesche e irlandesi, disponendo bonifici bancari per migliaia di euro in favore di conti correnti spagnoli intestati a “muli” riciclatori, anch’essi di nazionalità italiana, reclutati all’occorrenza e residenti in Spagna.

Cracker con collegamenti al mondo mafioso: è questa l’essenza della banda così come descritta da Europol. Il malaffare, organizzato tra Italia e Isole Canarie, partiva da iniziative di phishing finalizzate alla sottrazione di credenziali per l’accesso ai conti correnti online, effettuando quindi operazioni di pagamento verso conti correnti usati allo scopo, dirottando infine quanto raccolto verso fonti che non fossero più tracciabili. Il denaro veniva quindi riciclato in attività illecite, partendo da un furto basato su password, SIM-swap e mail.

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Pubblicato il
21 set 2021
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