Sabato un attacco aereo confermato dall’esercito di Israele (Israel Defense Forces) ha colpito un edificio nella striscia di Gaza. Stando al comunicato diramato in seguito all’accaduto fungeva da base per alcuni esponenti di Hamas impegnati nel condurre cyberattacchi prendendo di mira non meglio precisati obiettivi israeliani.
Cyberattacchi e attacchi reali
Secondo la ricostruzione dei fatti fin qui disponibile, dopo aver intercettato diversi tentativi di attacco informatico, le unità dell’esercito israeliano hanno prima messo al sicuro i propri sistemi, per poi passare la palla al braccio armato che si è occupato di colpire l’edificio, mediante un’azione coordinata con l’agenzia di intelligence Shin Bet. È successo in giornate in cui la tensione è andata progressivamente crescendo nella zona, con centinaia di missili lanciati da una parte all’altra oltre il confine e un bilancio che stima più di 170 vittime e decine di feriti. Ora pare essere in vigore il cessate il fuoco.
Abbiamo contrastato un tentativo di cyberattacco da parte di Hamas nei confronti di obiettivi israeliani. In seguito alla nostra operazione di cyberdifesa conclusa con successo, abbiamo colpito un edificio in cui erano all’azione gli operativi di Hamas.
CLEARED FOR RELEASE: We thwarted an attempted Hamas cyber offensive against Israeli targets. Following our successful cyber defensive operation, we targeted a building where the Hamas cyber operatives work.
HamasCyberHQ.exe has been removed. pic.twitter.com/AhgKjiOqS7
— Israel Defense Forces (@IDF) May 5, 2019
Un accadimento inevitabilmente destinato a far discutere, ma non senza precedenti. Nel 2015 l’esercito statunitense ha fatto ricorso all’impiego di droni per togliere la vita a Junaid Hussain, cittadino britannico ritenuto a capo di un’organizzazione cyberterroristica riconducibile allo Stato Islamico. L’azione di Israele è però la prima di cui si ha notizia attuata in modo immediato, senza una pianificazione che nel caso degli USA era invece durata diversi mesi.