Dopo aver confermato i risultati il 2 dicembre, la Corte Costituzionale della Romania ha annullato oggi il primo turno delle elezioni presidenziali, due giorni prima del ballottaggio (8 dicembre). La decisione è arrivata dopo la declassificazione di alcuni documenti che confermano le ingerenze russe attraverso attacchi informatici alle infrastrutture elettorali, manipolazione dei cittadini attraverso TikTok e donazioni non dichiarate dal candidato Călin Georgescu.
Elezioni truccate dal Cremlino?
Il primo turno delle elezioni presidenziali (24 novembre) è stato vinto a sorpresa da Călin Georgescu, candidato indipendente ultranazionalista, pro Mosca, euro-scettico e anti NATO. In base ai sondaggi non doveva raggiungere nemmeno il 5%. Invece ha ottenuto il 22,94%. Dai documenti declassificati dal Consiglio di Sicurezza Nazionale è emersa l’ingerenza russa durante il processo elettorale.
Sono stati rilevati oltre 85.000 attacchi contro l’infrastruttura della Permanent Electoral Authority. L’agenzia di intelligence rumena ha inoltre scoperto una campagna di influenza effettuata da oltre 100 influencer su TikTok, ognuno dei quali ha ricevuto 100 dollari per ogni 20.000 follower. Avevano il compito di manipolare l’opinione pubblica con video a favore di Georgescu. La campagna sarebbe stata orchestrata dalla Russia.
La Commissione europea ha inviato una richiesta di informazioni a TikTok e successivamente ha ordinato di conservare tutti i dati relativi ai rischi sistemici che il servizio potrebbe comportare sul processo elettorale in Romania.
Ma il ballottaggio dell’8 dicembre non ci sarà perché la Corte Costituzionale ha annullato i risultati del primo turno. Georgescu aveva dichiarato un budget di zero lei per la campagna elettorale. Invece ha ricevuto una donazione di oltre un milione di euro, violando la legge sul finanziamento della campagna elettorale.