Cybercrime, proposta la Superprocura italiana

Cybercrime, proposta la Superprocura italiana

La proposta arriva dal Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza. Il contrasto al cybercrime passa però anche attraverso una revisione normativa
La proposta arriva dal Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza. Il contrasto al cybercrime passa però anche attraverso una revisione normativa


Palermo – Serve una “Procura nazionale” capace di coordinare tutti i gruppi di vigilanza, controllo e repressione dei crimini informatici attivi in Italia, al fine di contrastare al meglio quello che viene visto come un crescente pericolo. A proporre una “superProcura” è il Gruppo Anticrimine Tecnologico (GAT) della Guardia di Finanza che attraverso il colonnello Umberto Rapetto ha presentato alcune proposte al vertice di Palermo in corso in questi giorni.

Secondo Rapetto, è necessario evitare indagini duplicate, individuare un’unica metodologia di lavoro e pervenire anche alla riforma della legge sul crimine informatico. “Se oggi utilizzo un software per violare una rete di hacker – ha spiegato Rapetto all’ANSA – commetto un reato. Per tanti anni abbiamo vissuto con l’incubo del nucleare, oggi si temono gli attacchi con armi batteriologiche, il vero pericolo invece arriva dal crimine cybernetico”. Rapetto ha anche fatto riferimento agli interventi che proprio ieri ha compiuto il GAT, in particolare rispetto alla violazione del sito di ASUS (ad opera dei già notissimi defacer di Prime Suspectz) e ad una serie di aggressioni a siti istituzionali polacchi.

A Palermo si discute proprio di questi temi e ieri hanno parlato in molti, anche l’Arcivescovo di Palermo Salvatore De Giorgi, secondo cui “il crimine informatico è uno dei peggiori tarli della società nel processo di globalizzazione”. E a questo proposito Rapetto ha definito le contestazioni in corso al vertice come volute dai “no global del cyberspazio”, manifestazione che non sorprende “in quanto è commisurata all’importanza dell’evento che si sta svolgendo a Palermo”.

A chiedere organismi di coordinamento nazionali e internazionali sono stati numerosi partecipanti alla conferenza palermitana che hanno messo in luce la difficoltà di operare sui crimini commessi attraverso un mezzo, internet, per sua natura sovranazionale e quindi capaci di “investire” ordinamenti diversi in paesi diversi.

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Pubblicato il
4 ott 2002
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