Quanti dei contenuti condivisi a mezzo dei servizi di file hosting sono caricati illegalmente, senza l’autorizzazione dei detentori dei diritti? Là dove le stime dei diretti interessati nella battaglia per il diritto d’autore si scontrano senza possibilità d’appello, provano a spingersi gli studi scientifici.
È TorrentFreak a dare conto di un’analisi sviluppata in ambito universitario per stabilire la percentuale di contenuti legali caricati sui servizi di file hosting. Lo studio , condotto da un team di ricercatori della Northeastern University di Boston in collaborazione con ricercatori francesi e australiani, si basa sull’analisi dei metadati relativi ai caricamenti avvenuti su cinque cyberlocker, FileFactory, Easy-share, Filesonic, Wupload e Megaupload, e sul servizio di recupero link Undead Links .
I ricercatori spiegano che, attraverso le API dei diversi servizi, sono riusciti a ricostruire un reticolo di metadati relativi all’autore del caricamento e al nome del file, piuttosto che alle opzioni di condivisione, che ha permesso in numerosi casi di stabilire la natura dei file caricati, senza entrare nel merito dei contenuti dei file. Basandosi su un campione di 1000 file caricati per ciascuno dei servizi, pubblici e privati, linkati in qualche remota pagina del web o condivisi a uso e consumo del solo autore del caricamento, lo studio offre un quadro parziale dell’intento con cui i servizi di file hosting vengono imbracciati dagli utenti.
La ricerca è certo manchevole rispetto a larga parte dei file: sui campioni estratti dai diversi servizi e presi in esame dagli studiosi, non è stato possibile stabilire la natura dei contenuti in percentuali significative. Facendo affidamento sui soli contenuti identificati, però, emerge con chiarezza che i servizi di file hosting siano per larga parte popolati da file condivisi illegalmente .
Wuupload e UndeadLink, documenta lo studio, ospitano file legali solo per lo 0,1 per cento, mentre le percentuali di illegalità sfiorano l’80 per cento. UndeadLink, nell’80 per cento dei casi, è usato per rimettere in circolazione i file rimossi perché in violazione del diritto d’autore. Easyshare e Filesonic hanno totalizzato oltre il 60 per cento di contenuti caricati illegalmente, ed è di pochi punti la percentuale ascrivibile ai file che sono stati identificati come legali. FileFactory si è invece dimostrato il servizio utilizzato in maniera più virtuosa, con il 14 per cento di contenuti caricati legalmente. Per quanto attiene i file caricati quando Megaupload era ancora operativo, il 31 per cento del campione è risultato illegale, mentre il 4,3 per cento del materiale caricato si è rivelato perfettamente legale .
È vero però che lo studio soffre di lacune non trascurabili, come osservano gli stessi ricercatori: nel caso di Megaupload, ed esempio, non è stato possibile determinare la natura di 69,3 per cento dei file. Potrebbe trattarsi di documenti condivisi fra colleghi di lavoro, così come di film condivisi in anteprima sul mercato.
Gaia Bottà