Cybersecurity: anche l'Italia nella Call di Parigi

Cybersecurity: anche l'Italia nella Call di Parigi

Anche l'Italia tra i paesi sottoscrittori del documento Paris Call for Trust and Security in Cyberspace presentato al Peace Forum di Parigi.
Cybersecurity: anche l'Italia nella Call di Parigi
Anche l'Italia tra i paesi sottoscrittori del documento Paris Call for Trust and Security in Cyberspace presentato al Peace Forum di Parigi.

Si conclude oggi il Paris Peace Forum, manifestazione in scena nella capitale francese che nei suoi tre giorni ha focalizzato l’attenzione anche sul delicato tema della cybersecurity. Il Presidente Emmanuel Macron, nella cornice dell’UNESCO Internet Governance Forum, ha presentato un documento che vede oltre 50 paesi di tutto il mondo, 130 realtà private e 90 tra organizzazioni e università sottoscrivere una serie di principi da adottare e attuare.

Paris Call: l’Italia c’è, gli USA no

Tra questi anche l’Italia. Grandi assenti invece le potenze mondiali di Stati Uniti, Russia e Cina, ma anche Australia (che fa parte della discussa alleanza Five Eyes), Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita e Israele. La Paris Call for Trust and Security in Cyberspace, va detto, non impone alcun obbligo ai sottoscrittori in termini normativi. È di fatto una dichiarazione d’intenti, la volontà espressa di collaborare al fine di rendere l’ambito virtuale e online un luogo sicuro e aperto, in modo coerente con i principi che hanno portato alla nascita e alla crescita della grande Rete. Questo l’obiettivo.

Il cyberspazio, sempre più centrale nelle nostre vite, è un luogo di opportunità, ma che al tempo stesso presenta nuovi rischi. La crescita del cybercrimine e delle attività malevoli mette in pericolo i nostri dati privati e alcune infrastrutture di importanza critica. Al fine di rispettare i diritti delle persone e proteggerle in modo uguale a quanto già accade nel mondo reale, i paesi devono collaborare, così come i partner del settore privato, l’universo della ricerca e la società civile.

I principi per la cybersecurity

Si parla della tutela dei diritti umani su Internet, del contrasto alle interferenze che interessano il processo democratico e della salvaguardia delle proprietà intellettuali. Tra i firmatari alcuni dei colossi dell’universo hi-tech come Microsoft, Facebook, Google, IBM, HP e Kaspersky Lab, incluse le organizzazioni Cybersecurity Tech Accord (guidata da Microsoft) e Charter of Trust (capitanata da Siemens). Assente invece Apple, così come importanti gruppi cinesi del calibro di ZTE e Huawei.

Tra coloro che in qualità di gesto simbolico hanno posizionato un volume sullo scaffale del Paris Peace Forum anche il Presidente italiano Sergio Mattarella, che ha scelto le opere di Primo Levi come messaggio da tramandare a sostegno della pace.

https://www.facebook.com/parispeaceforum/videos/1892621554126898/

Tornando alla cybersecurity, i sottoscrittori della Paris Call si impegnano a perseguire gli obiettivi elencati nel documento. Eccoli:

  • incrementare la prevenzione e la resistenza nei confronti delle attività malevole online;
  • proteggere l’accessibilità e l’integrità di Internet;
  • cooperare al fine di prevenire le interferenze nei processi elettorali;
  • collaborare per contrastare le violazioni delle proprietà intellettuali su Internet;
  • prevenire la proliferazione online di tecniche e programmi malevoli;
  • migliorare la sicurezza dei prodotti e servizi digitali così come il “cyber igiene” di ognuno;
  • reprimere le attività mercenarie e offensive online da parte di protagonisti non governativi;
  • collaborare al rafforzamento dei più importanti standard internazionali.
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Pubblicato il
13 nov 2018
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