Cybersicurezza e privacy? Negli States si può

Cybersicurezza e privacy? Negli States si può

Le attività della National Security Agency sarebbero sempre attente a tutte le libertà civili. Il monitoraggio online non escluderebbe la tutela dei dati personali. Un tesoro da proteggere contro i cracker
Le attività della National Security Agency sarebbero sempre attente a tutte le libertà civili. Il monitoraggio online non escluderebbe la tutela dei dati personali. Un tesoro da proteggere contro i cracker

Coesistere è possibile. Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato di recente dal generale Keith Alexander, attualmente a capo della National Security Agency (NSA) statunitense. E gli stessi vertici del governo federale non avrebbero dubbio alcuno : la cybersicurezza non esclude di per sé l’obbligo di tutelare la privacy dei cittadini a stelle e strisce.

“In qualità di direttore di NSA nonché di comandante dello U.S. Cyber Command , sento i miei doveri nei confronti della legge e del popolo statunitense – ha spiegato Alexander nel corso dell’ultima edizione del summit di O ‘Reilly Media Gov 2.0 – Posso assicurare che tutto quello che facciamo nel cyberspazio protegge le nostre libertà civili”.

Il direttore di NSA ha dunque sottolineato come le varie attività legate alla cybersicurezza in terra statunitense siano portate avanti nel totale rispetto della Costituzione. Tra queste, il monitoraggio dei domini .mil e il coordinamento delle varie unità militari relativamente alla tutela delle informazioni.

L’agenzia statunitense era però finita sotto accusa per un presunto piano strategico chiamato Perfect Citizen . Una sorta di grande monitoraggio di massa, applicabile tramite sensori a ridosso delle reti di interesse nazionale. Obiettivo, stanare eventuali comportamenti anomali, possibili segni di imminenti cyberattacchi.

Lo stesso Alexander ha riportato una serie di statistiche circa i rischi derivanti dalle azioni di cracker locali e stranieri. Dal 2008, il numero di attacchi sarebbe lievitato del 150 per cento . Il generale ha poi parlato di un vero e proprio tesoro di informazioni personali – indirizzi email e dati sanitari tra le altre – attualmente archiviato su Internet. I cittadini statunitensi correrebbero rischi molto più grandi rispetto a quelli di altri paesi del mondo.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
10 set 2010
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