Cybersicurezza, Obama ci riprova

Cybersicurezza, Obama ci riprova

Pronta una direttiva segreta per distinguere tra operazioni offensive e difensive nella lotta alle minacce informatiche. Al Senato, il Cybersecurity Act affonda ancora
Pronta una direttiva segreta per distinguere tra operazioni offensive e difensive nella lotta alle minacce informatiche. Al Senato, il Cybersecurity Act affonda ancora

Una direttiva segreta con il benestare del Presidente statunitense Barack Obama, che permetterà alle agenzie militari e federali di pattugliare le reti governative e private per sventare le minacce cibernetiche . Stando a quanto riportato in esclusiva dal Washington Post , Obama avrebbe ratificato la Presidential Policy Directive 20 alla metà dello scorso ottobre, stabilendo una serie di rigidi standard per le operazioni di contrasto alla cyberwar.

Mistero sulle specifiche della nuova direttiva, visionata da numerosi funzionari governativi ovviamente non autorizzati a parlare con la stampa. Per la prima volta – sempre secondo l’articolo pubblicato dal Post – il governo statunitense ha fatto una drastica distinzione tra operazioni offensive e difensive , a seconda dell’utilizzo e gestione di una determinata rete informatica, privata o militare.

In un altro punto cruciale della direttiva , i tecnici di Washington dovranno assicurarsi che venga rispettata (e tutelata) la privacy di milioni di cittadini, sia negli Stati Uniti che nei paesi alleati . Indiscrezioni che non hanno affatto tranquillizzato gli attivisti di EFF e di Electronic Privacy Information Center (EPIC), pronti a richiedere l’immediato rilascio del testo integrale della direttiva 20, nuovo strumento di potere per la National Security Agency (NSA).

Al di là di un testo in attesa di revisione pubblica, le pratiche di cybersicurezza sembrano sempre più care al Presidente statunitense. La fazione repubblicana al Senato ha da poco ottenuto la nuova bocciatura – 51 a 47, l’esito della votazione – per il disegno di legge noto come Cybersecurity Act . Non è affatto piaciuto il sistema volontario che porterebbe le principali web company a consegnare alle autorità nazionali le informazioni necessarie per la prevenzione di crimini e identificazione dei sospetti .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
15 nov 2012
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