Cybersicurezza USA, il governo si sbottona

Cybersicurezza USA, il governo si sbottona

La Casa Bianca presenta il sommario delle iniziative prese in fatto di cybersecurity. Parola d'ordine: coinvolgere tutti per diventare più forti
La Casa Bianca presenta il sommario delle iniziative prese in fatto di cybersecurity. Parola d'ordine: coinvolgere tutti per diventare più forti

Howard Schmidt, coordinatore delle politiche di sicurezza per Internet alla Casa Bianca, ha partecipato alla conferenza sulla cybersicurezza RSA tenutasi a San Francisco sollevando il velo a una parte della Comprehensive National Cybersecurity Initiative (CNCI). Il piano, voluto da Bush e proseguito con Obama, prevede un progressivo rafforzamento della capacità di difesa delle infrastrutture telematiche nordamericane e richiede, secondo quanto affermato da Schmidt alla RSA, una forte collaborazione da parte di pubblico e società private.

La parte declassificata della CNCI (e resa subito disponibile online sul sito ufficiale della Casa Bianca) consiste in 12 diverse iniziative tese a migliorare la gestione del network federale, implementare un sistema di identificazione dei tentativi di intrusione e di attacco, coordinare gli sforzi di ricerca e sviluppo, interconnettere i centri cyber-operativi già attivi, sviluppare un piano governativo di cyber-controspionaggio, aumentare la sicurezza dei network riservati, promuovere l’educazione telematica, realizzare strategie e programmi di “cyber-deterrenza”.

Non molto di quanto disvelato a San Francisco risulta in realtà inedito a chi si occupa di sicurezza e tematiche affini, e l’unica vera novità dell’outing del governo è rappresentata dal fatto che l’esistenza di CNCI viene ora resa nota a tutti aumentando il livello di trasparenza delle autorità sulla questione.

L’outing di Schmidt calamita poi l’attenzione per la rivelazione delle informazioni sommarie su Einstein 3 , il sistema di prevenzione degli attacchi e delle intrusioni attualmente in sviluppo da parte della National Security Agency nell’ambito di “investimenti sostanziali e a lungo termine”. Il nuovo sistema servirà ad “aumentare le capacità dei servizi di intelligence americani nell’individuare informazioni critiche sulle cyber-minacce straniere e usare questa conoscenza per informare in tempo reale i sistemi di Einstein 3”. Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) potrà adottare le signature delle minacce individuate dalla NSA in aggiunta a quelle già registrate in proprio.

Un piano come quello su Einstein 3 non manca ovviamente di sollevare preoccupazioni riguardo la privacy e i diritti dei netizen statunitensi, anche considerando il costume abituale delle autorità federali di intercettare, loggare e intrufolarsi su network, reti, identità, indirizzi IP. Proprio in risposta a questa accresciuta preoccupazione CNCI è diventata (parzialmente) pubblica e Schmidt ha chiamato a raccolta i netizen di buona volontà.

“Non possiamo chiedere all’industria di aiutare il governo e il governo non può aiutare l’industria se non c’è trasparenza” ha detto il funzionario durante la conferenza di San Francisco. La trasparenza “dà al popolo americano la capacità di unirsi in partnership con il suo governo”. Perché “la nostra conoscenza collettiva è la nostra più grande forza” ha chiosato Schmidt, e “noi non batteremo i nostri avversari perché loro sono deboli: noi li batteremo perché saremo diventati più forti”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 mar 2010
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