Cyberterroristi (?) colpiscono siti USA

Cyberterroristi (?) colpiscono siti USA

Non vogliono essere confusi con i cracker e annunciato la più grande offensiva telematica contro l'infrastruttura americana. Ma non godono di molto credito
Non vogliono essere confusi con i cracker e annunciato la più grande offensiva telematica contro l'infrastruttura americana. Ma non godono di molto credito

Washington (USA) – Sono tre i siti istituzionali americani che in queste ore sono stati “colpiti e affondati” da anonimi attaccanti cyber che rivendicano origini mediorientali e annunciano il proprio odio contro gli Stati Uniti.

Il primo evento si è avuto venerdì scorso quando una pagina del NOAA Office of High Performance Computing and Communications è stata sostituita con un breve messaggio e una piccola immagine con la bandiera saudita (riportata qui a lato):

“IN NEXT DAYS YOÙLL LOOK THE GREATEST CYBERTERRORIST ATTACK AGAINST AMERICAN GOVERNMENT COMPUTER.
we are just informing.
American marnay kay layee tayyar hoo jaoo.”
(trad: “nei prossimi giorni si avrà il più grande attacco cyberterroristico contro i computer del Governo americano. Ve ne informiamo. Gli americani siano pronti a morire”).

Nelle ore successive è “caduto” anche il server del National Human Genome Research Institute, centro di ricerca del National Institute of Health. Una pagina del NIH riportava la stessa immagine e un nuovo messaggio:

“WE ARE NOT HACKER, WE ARE JUST CYBERTERRORIST!
While United States of America attacks us, we mujihadeens will fuck its websites around governmental and military net.
PEACE?
We think you american won’t have.
ALLAH SAVE THE MUSLEN!
American marnay kay layee tayyar hoo jaoo.”

Messaggio in cui i “cyberterroristi” si definiscono “mujihadeen”, asseriscono di non volere la pace e di voler anzi attaccare la rete telematica governativa e militare degli Stati Uniti.

Agli attacchi ad entrambi questi siti, gestiti da web server Apache su OS Linux, fino a questo momento le autorità non hanno replicato in alcun modo, una strategia tesa probabilmente a non dare importanza ad aggressioni informatiche che, fino a questo momento, non sembrano comunque aver prodotto gravi danni nei sistemi attaccati.

Poche ore dopo un gruppo di cracker piuttosto noto, “World of Hell”, ha attaccato con successo un server dell’ERDC (U.S. Army Engineer Research and Development Center), un server militare. In questo caso, però, l’attacco sembra più “tradizionale” rispetto agli altri perché oltre ad una lunga storia di assalti informatici non-politici, nel messaggio lasciato sulla pagina defacciata i crackers hanno salutato altri gruppi dediti al defacement di siti web. Tra questi anche “GForce”, un gruppo di cracker pakistani che recentemente ha attaccato siti della Difesa americana firmandosi come “Al-Qaeda Alliance”, prendendo dunque il nome dalla famigerata organizzazione terroristica che fa capo a Osama Bin Laden.

In questo caso, infatti, accanto ad un coloratissimo logo, il cracker “Rivver” ha firmato un messaggio nel quale rivendica di aver ottenuto dall’incursione sul server militare americano informazioni classificate che si dice pronto a pubblicare”. Ma sebbene ERDC abbia un ruolo importante nello sviluppo e progettazione di strategie e tecnologie di supporto alle missioni militari e civili, è difficile ritenere che dal web server Rivver possa davvero aver avuto accesso a dati particolarmente rilevanti. Da tempo, infatti, le agenzie governative e militari americane hanno applicato un progetto di protezione che ha rimosso dalla rete una parte consistente dei materiali che si trovavano pubblicati o comunque residenti su server pubblici.

Da segnalare che diversi siti di riferimento di World of Hell appaiono essere stati cancellati dalla rete nelle scorse ore, probabilmente su richiesta delle autorità americane.

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Pubblicato il
4 dic 2001
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