La corsa agli armamenti digitali è già in pieno svolgimento, sostiene l’ultimo rapporto McAfee, e nel contrasto a una eventuale cyberwar i paesi più avanzati sono impreparati: l’Italia è in coda in compagnia di Cina e Russia.
Il rapporto è stato stilato insieme al think thank belga Security & Defense Agenda , e contiene l’opinione di 80 diversi esperti di cyber-sicurezza e responsabili di agenzie governative, aziende e personalità accademiche di 27 paesi diversi, 250 leader mondiali di 35 paesi intervistati nel totale anonimato.
Il risultato di questo gran brainstorming? 23 delle principali nazioni del mondo vengono classificate in base alla loro “cyber-readiness” stimata contro una possibile cyberwar, e i paesi più pronti a fronteggiare la minaccia comprendono gli stati più piccoli (Finlandia, Israele, Svezia). Segue un gruppo comprendente USA, Regno Unito, Germania, Francia, poi ancora Australia, Austria, Canada e Giappone.
Nel gradino più basso c’è il Messico, che fa peggio di Brasile, India e Romania. Tra il Giappone e la Romania ci sono infine la Cina, Polonia, Russia e Italia. “Il principale problema – spiega il CTO di McAfee Phyllis Schneck – è che i cyber-criminali sono più agili con grandi flussi di finanziamenti e nessuna barriera legale per condividere le informazioni, e possono quindi coordinare attacchi ben orchestrati ai sistemi”.
Alfonso Maruccia