Cygnus: partita la missione spaziale con l'Università di Parma

Cygnus: partita la missione spaziale con l'Università di Parma

Parte la missione spaziale Cygnus, che vede coinvolta anche l'Università di Parma, e che studierà la fisica delle schiume e delle emulsioni.
Cygnus: partita la missione spaziale con l'Università di Parma
Parte la missione spaziale Cygnus, che vede coinvolta anche l'Università di Parma, e che studierà la fisica delle schiume e delle emulsioni.

Parte ufficialmente la missione internazionale spaziale Cygnus, che punterà a capire come si comportano le schiume e le emulsioni in assenza di gravità. La missione si svolgerà sulla ISS – la International Space Station o Stazione Spaziale Internazionale – e l’Università di Parma è tra le partecipanti.

Il veicolo spaziale Cygnus NG-17 è partito sabato 19 febbraio dalla rampa di lancio della Wallops Flight Facility, Virginia, e in pochi giorni di viaggio arriverà alla Stazione Spaziale Internazionale, dove partirà la missione.

La missione Cygnus vede in collaborazione una serie di Università

I vari test che verranno effettuati a bordo della ISS saranno gestiti da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Libero Liggieri (CNR-ICMATE) che vedrà uniti la Virginia Commonwealth University (USA), la Aix Marseille Universitè (Francia), la Darmstadt Technical University (Germania), la Aristotile University Thessaloníki (Grecia) e la Tokyo University (Giappone).

cygnus

Parteciperanno inoltre 6 partner non accademici: tra i nomi figura anche quello di Unilever, una delle multinazionali più famose del mondo dedicata ai beni di consumo. Nella squadra figura anche però il gruppo di ricerca Laboratory for Molecular Nanotechnologies del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma, con a capo il docente Luigi Cristofolini.

Il team di Parma non dovrà solo analizzare i dati, ma avrà anche la responsabilità per quanto riguarda il progetto in sé, viste le competenze d’eccellenza che hanno nel campo della tecnica spettroscopica. Per questo motivo sono stati scelti per la definizione dei protocolli di misura.

Nei prossimi mesi la missione si focalizzerà sul raccogliere e esaminare dati: questi verranno poi inviati sulla Terra, e una volta ricevuti (e compresi nei minimi dettagli), potrebbero aiutare a capire meglio i meccanismi delle emulsioni, così da permettere di creare processi più sostenibili e con minore impatto, senza però inficiare sulle funzionalità e le caratteristiche del prodotto stesso.

Fonte: TheRitzHerald
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Pubblicato il
21 feb 2022
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