La luce verde del semaforo è scattata: il blogging network MOG ha pigiato sull’acceleratore ed è partito negli Stati Uniti con il suo servizio di streaming musicale a sottoscrizione mensile . Un abbonamento al prezzo di 5 dollari (3,30 euro circa) permetterà agli utenti statunitensi di approfittare di un ricchissimo buffet sonico , 6 milioni di brani con una formula degna di un ristorante, un vero all-you-can-listen . Il servizio si chiama MOG All Access , attualmente a disposizione degli utenti solo tramite web, in attesa di abbracciare il mobile nel corso del prossimo anno.
Il servizio lanciato dal giovane MOG va ad inserirsi sulla scia di quelle che erano finora le uniche due opzioni di scelta relativamente ad un accesso illimitato a vasti cataloghi di canzoni negli Stati Uniti. Il blogging network con base a Berkeley, California, entra così in diretta competizione con servizi come Rhapsody (gestito in parte da MTV) e Napster, come è oggi conosciuto sotto l’ala economica di Best Buy. E così appare chiaro che MOG abbia un po’ di strada da bruciare per mettersi in pari con quest’ultimi, che hanno già implementato le proprie piattaforme sui dispositivi mobile .
Il servizio MOG All Access , come è stato osservato , mescola insieme le caratteristiche di una web radio in stile Pandora con quelle di siti social come MySpace Music e Imeem (che sta vivendo la sua luna di miele dopo il matrimonio da un milione di dollari con il social network). Gli utenti potranno cercare velocemente qualsiasi canzone presente nel catalogo di MOG, proveniente da qualsiasi artista o album del catalogo. Sarà inoltre possibile creare playlist personali o fruire di quelle altrui, create da altri utenti o da blogger musicali.
Una particolare scroll bar permetterà poi all’abbonato di crearsi liste di canzoni come in continua espansione, dal momento che il servizio All Access , a partire da un determinato artista, accoda una serie di altri autori appartenenti ad esempio allo stesso genere musicale. Nel momento in cui è trapelata la decisione di Spotify di rinviare il lancio negli Stati Uniti perché non disposto ad una formula esclusivamente a pagamento, MOG sembra coccolare il suo modello pay con accesso illimitato.
David Hyman, CEO di MOG, era riuscito in precedenza nella non semplice missione di convincere tutte e quattro le grandi sorelle del disco a fornire l’autorizzazione a procedere. Universal, Sony, Warner ed EMI sono state poi accompagnate da una serie di etichette indie per formare il vasto catalogo di 6 milioni di canzoni presente attualmente su MOG. Nel frattempo, dall’altra parte dell’Oceano, un altro virgulto della musica in streaming ha lanciato il guanto di sfida a servizi come quelli di Last.fm e di Spotify.
MySpace ha infatti inaugurato la sua versione britannica del servizio MySpace Music, dichiarando subito di essere in possesso del più vasto e completo catalogo musicale dell’intera Rete. “Forniamo streaming audio e video, oltre ad un insieme esauriente di artisti e contenuti originali – ha dichiarato Courtney Holt, a capo di MySpace Music – il tutto impacchettato in un prodotto molto piacevole”.
Alla maniera di Spotify, l’advertising apparirà sullo schermo, ma non andrà ad interrompere l’ascolto del brano da parte dell’utente. MySpace Music si è poi accordato con iTunes per offrire ai propri utenti – 13 milioni di account nel Regno Unito – la possibilità di effettuare il download di mp3 DRM-free. Ogni artista potrà poi creare delle speciali playlist per illustrare le proprie influenze musicali, con Britney Spears, Lady GaGa e addirittura il Vaticano ad aver già contribuito. Pare che il Papa ascolti Tupac.
Mauro Vecchio