Esiste la dipendenza da videogiochi? Il dubbio parrebbe legittimo, a dar retta alle cronache di questi giorni, in cui si sostiene che il caso di una coppia “scoppiata” a causa di una dipendenza da World of Warcraft non sarebbe in effetti un caso unico .
La vicenda raccontata è quella di una donna di 28 anni, Jocelyn, che ha deciso di lasciare il marito dopo aver raggiunto il limite nella sopportazione della passione del coniuge per il celeberrimo ambiente videoludico.
Celebre tanto da aver meritato spassose citazioni in celebri serie tv, World of Warcraft avrebbe trasformato nel tempo il marito di Jocelyn in un computer-dipendente, un aficionado del mouse, un chattarolo impenitente nonché un combattente videoludico di alto livello. “Arrivava a casa alle 6 – ha spiegato l’esausta moglie – e alle 6,30 iniziava a giocare, fino alle 3 di notte. Nei weekend ancora peggio, dalla mattina fino a metà della notte. Prendeva tutto il tempo che prima passavamo insieme. Ho cessato di esistere nella sua vita”.
Parole pesanti, che disegnano un dramma familiare che secondo la ricostruzione della donna si è consumato in nove mesi . È bastato quel poco tempo per fare a pezzi una relazione che andava avanti da quando lei aveva compiuto 13 anni, quando si erano incontrati ed erano divenuti amici.
La storia di questi giorni si è conclusa con il divorzio . Spiega Jocelyn, a cui anche piacciono i videogiochi: “Io avevo capito che quello era un gioco senza fine, ed è per questo che ho scelto di non giocarci. Lo hanno realizzato così che uno sia spinto a passarci sempre più tempo per mantenere il proprio status (…) È fatto per creare dipendenza”.