Washington (USA) – Lo spionaggio altamente tecnologico ai danni delle imprese concorrenti dei paesi stranieri è all’ordine del giorno di molti servizi segreti in tutto il Mondo: questo il parere di Robert Gates, che ha guidato tra il 1991 e il 1993 la Central Intelligence Agency (CIA), il braccio operativo dei servizi segreti americani.
Secondo Gates, gli attacchi ai business soprattutto delle grandi imprese arrivano da tutte le direzioni, dalle più “hi-tech”, come l’intercettazione e decodifica di comunicazioni riservate crittate, a quelle più “tradizionali”, come il frugare nei cestini dei rifiuti delle aziende. E sarebbero molti i paesi che sguinzagliano i propri servizi segreti a caccia di informazioni riservate per favorire le imprese del proprio paese.
Gates sostiene che ormai il peso di un paese nel mondo si calcola su basi economiche ed è su quel fronte che una parte importante e maggioritaria degli sforzi dei servizi segreti è stata dirottata da numerose amministrazioni. Contro le imprese più attive vi sarebbero, secondo l’ex boss della CIA, potenze di spionaggio e contromisura che neppure gli industriali di più alto livello immaginano. “Quel che cercano – ha spiegato Gates – sono informazioni commerciali e tecnologiche e generalmente condividono questi dati con le imprese del proprio paese. I servizi segreti utilizzano per questo scopo ogni genere di tecnologie, alcune sviluppate durante la Guerra Fredda”.
I più attivi in questo senso sarebbero i servizi francesi, seguiti da quelli cinesi, russi, indiani, sudcoreani, pakistani, israeliani e argentini. Naturalmente non sarebbero impegnati in queste attività i servizi americani. “Posso assicurare – ha detto Gates – che i servizi segreti americani non fanno spionaggio industriale contro aziende straniere per favorire quelle americane. Quello che si fa è sostenere gli sforzi del nostro governo, e quelle sono informazioni che non vengono condivise con le aziende statunitensi”.
Sulle accuse francesi relative all’esistenza e all’utilizzo di Echelon Robert Gates è lapidario: “Sono accuse false”.
Dei servizi americani e del loro uso della tecnologia ha parlato nelle scorse ore in un’altra sede anche l’attuale boss del braccio informativo dei servizi segreti americani, la National Security Agency (NSA). Il generale Michael Hayden ha spiegato che “l’informazione è ora un luogo. Un luogo dove la sicurezza americana va garantita così come già accade nel mare, in cielo e nello spazio”.
Secondo Hayden, i servizi sono pronti ad utilizzare i propri sistemi per aggredire le reti informatiche di eventuali nemici all’estero. Una pratica che però ancora non è attiva, sostiene il generale, perché ancora non è definita sul piano legislativo. Il boss NSA sostiene comunque che quella direzione è inevitabile perché il mondo dell’informazione “ha ormai raggiunto dimensioni che richiedono il nostro intervento per garantire la sicurezza degli Stati Uniti”.
Al centro dell’attenzione, secondo Hayden, sono “i nemici di oggi” che comprendono “cyberterroristi e hackers, anche quelli che non sono animati da cattive intenzioni. Tutti possono far danni”.