Roma – No, non ci sarà il paventato rinvio per il provvedimento che azzera i costi di ricarica di telefonia mobile, un provvedimento atteso da lungo tempo e richiesto a gran voce dai consumatori.
A garantire che dai primi di marzo i costi di ricarica saranno effettivamente cancellati è Andrea Lulli (DS), relatore del decreto legge sulle liberalizzazioni introdotto dal Governo. “La data di entrata in vigore della norma – ha specificato ieri – non si sposta e resta fissata al 5 marzo”.
Lulli nei giorni scorsi aveva indagato sull’intera questione chiedendo anche agli operatori di telefonia mobile di fornire la propria posizione sull’argomento. “Siamo un paese un po’ malato – ha dichiarato a questo proposito – avevo chiesto di valutare le controdeduzioni delle aziende, ma le osservazioni che sono arrivate sono irricevibili: non mi hanno convinto”. Ciò che invece è accaduto, ha spiegato Lulli, è che “dopo averle valutate mi hanno convinto che l’applicazione della norma nei tempi previsti è possibile oltreché giusta”.
Lulli ha anche voluto sottolineare il contenuto di un proprio emendamento che blinda il decreto: l’entrata in vigore del comma 3 articolo 1 del decreto (quello relativo a telefonia, internet e tv) ha un termine fissato in 60 giorni ma non si applica sulle ricariche : ciò significa che rimane in vigore il termine fissato in origine, ovvero quello che prevede dal prossimo 4 marzo l’abolizione dei costi di ricarica.
Ad applaudire alle chiarificazioni espresse da Lulli è Generazione Attiva , il movimento dei cittadini e dei consumatori nato sull’onda della petizione con cui non sono solo state raccolte centinaia di migliaia di firme per l’abolizione dei costi di ricarica ma si è riusciti ad innescare un processo, anche in sede europea, che ha portato alla riforma di questi giorni.
“Accogliamo con soddisfazione la notizia secondo cui non ci sarà alcun rinvio all’abolizione dei costi di ricarica – scrive in una nota Generazione Attiva – I poteri forti delle lobby telefoniche per una volta non hanno vinto! Dal 4 Marzo (e non il 5 come erroneamente riportato da qualcuno) i cittadini italiani non dovranno più pagare alcun costo di ricarica!”
Secondo Andrea D’Ambra, presidente del movimento, “i deputati di maggioranza della Commissione Attività Produttive hanno dovuto far dietro-front dopo l’iniziale ipotesi ventilata nei giorni scorsi di un rinvio, ipotesi valutata da qualche deputato in seguito alle forti pressioni ricevute dagli operatori telefonici. Abbiamo dimostrato di essere persino più potenti delle grandi multinazionali telefoniche e di riuscire a far sentire in modo forte la nostra voce. I deputati in questi giorni sono stati letteralmente invasi da migliaia di email di protesta degli oltre 800mila firmatari della petizione che non avrebbero in alcun modo tollerato un eventuale rinvio”.