Un approccio più morbido alla pirateria digitale, per arginare al meglio la condivisione illecita di materiale protetto da copyright. Il ministero della Cultura danese ha così annunciato un pacchetto di regole che allontanerà ogni tentazione in stile francese, abbandonando di fatto l’ipotesi di un regime incardinato sulla Dottrina Sarkozy e i suoi tre colpi per disconnettere gli utenti recidivi.
Dunque un’iniziativa volta all’educazione, alla sensibilizzazione degli utenti, alla promozione delle alternative legali per il consumo audiovisivo. Le autorità danesi istituiranno un forum dell’innovazione, ovvero un punto di raccolta delle varie avventure di business nei settori legati all’intrattenimento. Per discutere liberamente di prezzi, modalità distributive, alternative legali allo scaricamento .
I vertici del ministero della Cultura hanno infatti chiamato in causa rappresentanti dell’industria e grandi operatori delle telecomunicazioni, che dovrebbero darsi da fare per far capire agli utenti cosa è legale e cosa no. In particolare, le masse dovrebbero essere meglio informate sulle conseguenze scatenate dalla pirateria sui posti di lavoro, sulla capacità creativa, sull’economia nazionale .
Nel pacchetto anti-pirateria dovrà poi finire una serie di linee guida per l’efficace protezione delle reti WiFi , spesso usate “a scrocco” per scaricare liberamente con indirizzi IP altrui. Il governo danese vorrebbe addirittura stabilire dei centri informativi che instaurino un dialogo pacifico con tutti quegli utenti beccati a condividere contenuti in barba alle leggi sul diritto d’autore.
La succulenta carota mostrata dalle autorità danesi nasconde però il proverbiale bastone . Al posto dei three strike , il ministero della Cultura ha deciso di implementare un meccanismo di filtraggio che si estenda a macchia d’olio. In altre parole, qualora un provider locale venisse obbligato a bloccare una piattaforma pirata – è successo con Grooveshark – l’ordinanza firmata dal giudice avrebbe immediata validità per tutti gli altri fornitori di connettività .
È una sorta di codice pratico che non passerà al vaglio del Parlamento per trasformarsi in legge. L’eventuale ordinanza per il blocco di un sito pirata andrebbe ad estendersi sull’intero settore delle telecomunicazioni . L’industria dei contenuti avrebbe insomma stretto un patto con gli operatori, che non potranno – meglio, non dovranno – opporsi al filtraggio di siti dichiarati illeciti per violazione del copyright.
Mauro Vecchio