La divisione danese di IFPI , organizzazione che rappresenta le etichette musicali, si è schierata sul fronte opposto rispetto agli autori: parteggia invece per TDC (il principale ISP danese), che nelle settimane scorse aveva deciso di rivolgersi ad un tribunale per le eccessive richieste della società di raccolta dei diritti d’autore locale, KODA , per rinnovare le licenze necessarie ad utilizzare le opere protette nel suo servizio musicale Play.
La questione è demandata al tribunale per le licenze in materia di diritto d’autore , costituito dal ministero della Cultura proprio per occuparsi di casi inerenti la legge sul diritto d’autore danese e in particolare della misura delle remunerazioni richieste per ottenere in licenza le opere protette da proprietà intellettuale.
Dopo lunghe (e infruttuose ) negoziazioni tra le parti sul rinnovo del contratto di licenza per la musica fornita con TDC Play, un servizio che in cambio di un abbonamento flat offre l’accesso ad oltre 6 milioni di tracce liberamente scaricabili o disponibili in streaming , l’ISP ha deciso di appellarsi al tribunale competente.
Henrik Daldorph, presidente di IFPI, ha dichiarato che “IFPI lavora costantemente per preparare la strada a nuovi modelli di business per l’industria musicale, con cui etichette e artisti potranno vivere in futuro: è quindi veramente frustrante che altri protagonisti dell’industria chiedendo tariffe esorbitanti blocchino lo sviluppo del mercato digitale musicale nel paese”.
Spotify, giusto per fare un esempio, è uno dei servizi musicali internazionali che, spiega IFPI, “a causa delle tariffe fuori mercato si è tenuto alla larga dal mercato danese”. Pericolo che non si dovrebbe correre anche con TDC Play, uno dei due maggiori servizi presenti sul mercato nazionale.
Nei due anni di attività, d’altronde, i netizen danesi hanno scaricato legalmente dalla piattaforma oltre 200 milioni di tracce , generando introiti non trascurabili per le case discografiche e gli artisti: KODA ha per esempio ottenuto una somma forfettaria di circa 5,3 milioni di euro.
Scopo di IFPI è, d’altronde, esplorare nuovi mercati: per questo non è potuto restare un semplice spettatore nella vicenda che vedeva protagonista la spesso alleata KODA.
KODA, da parte sua, afferma di voler garantire la giusta remunerazione ai propri assistiti .
Claudio Tamburrino