Non sono disposti a manipolare le connessioni che offrono ai propri utenti, non si piegheranno alle richieste dell’industria dei contenuti: i provider danesi non agiranno da poliziotti della rete. Lo hanno comunicato con fermezza ad IFPI.
Non si accorderanno volontariamente per vigilare sulle attività dei netizen, non collaboreranno con l’industria nelle attività di “individuazione e monitoraggio”, ha spiegato Jens Ottosen, presidente di un’associazione che raccoglie i provider danesi: i provider ritengono che un sistema di avvertimenti e disconnessioni, che ricalchi quello proposto con la dottrina Sarkozy, sia poco proporzionato per tutelare gli autori e rischi di colpire utenti che non hanno commesso alcun atto illecito.
Ottosen fa riferimento al fatto che perseguendo un indirizzo IP non si colpisce necessariamente il responsabile di una violazione, ricorda che molti cittadini si sono dotati di un router wireless e che la loro connessione può essere sfruttata da piggybacker dediti allo scambio illegale di file. Sarebbe dunque ingiusto tagliare la connettività a un’intera famiglia nel momento in cui non è possibile appurare se le violazioni riscontrare sono da imputare ad uno solo dei suoi membri, o addirittura al vicino di casa che vampirizza l’abbonamento.
La strada da percorrere, lamentano i provider, non è quella intrapresa da paesi come Francia e Regno Unito e ora in fase di discussione presso l’Unione Europea. ( G.B. )