In Danimarca Tele2/Sonofon ha la responsabilità di impedire l’accesso a The Pirate Bay: o agirà da poliziotto della rete redirezionando i propri utenti verso lidi più tranquilli o le autorità considereranno l’ISP connivente con i pirati della Baia che a parere dell’industria speculano sulle violazioni del diritto d’autore.
A imporre a Tele2/Sonofon di erigere un blocco all’accesso di The Pirate Bay è stato un tribunale di appello locale. Il provider, prima che la questione sfociasse in una causa, era stato invitato da IFPI a collaborare per evitare che i propri utenti si trastullassero con comportamenti potenzialmente pericolosi per gli artisti e le etichette. Forse perché già malvolentieri coinvolto nel sequestro del traffico degli utenti che si rivolgevano a allofmp3.com , il provider non aveva accolto le richieste dell’industria, non suffragate da un ordine esplicito dell’autorità giudiziaria. L’industria l’aveva così trascinato in tribunale.
Così come avvenuto più di recente in Italia, in prima battuta il giudice aveva stabilito che Tele2 dirottasse il traffico dei propri utenti, impedendo loro di attraccare alla Baia. Ma il provvedimento del giudice aveva avuto l’unico effetto di promuovere The Pirate Bay presso i cittadini danesi: gli utenti che facevano affidamento su altri fornitori di connettività, gli utenti che aggiravano i filtri con DNS diversi da quelli assegnati dal provider avevano inondato la Baia di un traffico senza precedenti.
Pirate Bay, incoraggiata dal successo riscontrato in Danimarca a seguito del blocco, aveva aggiunto un capitolo alla tormentata relazione con i rappresentanti dell’industria minacciando di chiedere a IFPI un risarcimento per l’imposizione dei filtri: con i soldi che i colossi della musica avrebbero corrisposto, la Baia avrebbe foraggiato le miriadi di artisti indipendenti che si avvalgono del tracker per dare visibilità alle proprie opere.
Pare però che i musicisti non potranno contare sui finanziamenti di The Pirate Bay, pare che The Pirate Bay non possa festeggiare il suo primo lustro con una sentenza a proprio favore: Tele2 ha perso l’appello, dovrà continuare a costringere all’uso di DNS alternativi i netizen che non intendono rinunciare alla Baia.
IFPI ha accolto con favore la decisione del tribunale: è stata confermata l’illegalità del “più conosciuto distributore pirata di musica, libri e film”, è stato confermato per Sonofon/Tele2 l’obbligo di interdire ai propri utenti l’accesso alla Baia per scongiurare l’accusa di “contribuire alle violazioni permettendo ai propri utenti di accedere al sito pirata”. Ma la reazioni di IFPI potrebbero non limitarsi ad un comunicato stampa: “ci auguriamo che anche gli altri fornitori di connettività prendano esempio e taglino la connessione a The Pirate Bay”. L’obiettivo è ammansire provider ribelli e ripercorrere con the Pirate Bay la parabola discendente di AllofMp3.
Gaia Bottà