Roma – L’altro ieri il Progetto Freenet ha annunciato una nuova release di Freenet, notizia prontamente riportata su Slashdot. Ma quali sono le caratteristiche principali della nuova versione e in che direzione ci si sta muovendo?
Innanzitutto una cosa importante; le voci sulla morte di Freenet 0.5 sono state grandemente esagerate. Freenet 0.7 (che d’ora in poi chiameremo “Dark”, anche se il nome è stato solo proposto, ma non è ufficiale) è solo una versione pre-pre-alpha, instabile, in pieno sviluppo e priva ancora di una parte delle funzionalità essenziali.
Il fatto che sia stata presentata adesso è dovuto all’urgente necessità di rifinanziare il Progetto Freenet, che non riceve praticamente più nessun contributo. La speranza è che mostrando al pubblico i progressi fatti, possano arrivare nuovi, indispensabili finanziamenti. Il “pubblico” siete voi, quindi mano al portafoglio e visitate l’ apposita pagina .
Premettiamo che non è possibile, e tanto meno conveniente, migrare dalla Freenet 0.5 attuale a Dark. Le installazioni di Dark attuali servono solo ai core developer per portare avanti lo sviluppo, ma per gli utenti non esiste ancora una rete stabile, e nemmeno contenuti significativi. La stessa sicurezza di Dark è senz’altro insufficiente, a causa dei bug scoperti (ed introdotti) quotidianamente nel lavoro di sviluppo.
Chi ha necessità di privacy, desidera pubblicare e mantenere contenuti, gestisce od utilizza un nodo Freenet 0.5 dovrebbe continuare come se niente fosse per almeno i prossimi 6-12 mesi, in attesa di una Dark completa ed almeno “tendente” alla stabilità. Chi lo desidera potrà comunque installare un secondo nodo Dark insieme al preesistente nodo Freenet, visto che il carico aggiuntivo è basso.
Tutte le novità della nuova release
Si tratta di una riscrittura completa, sempre in Java ma totalmente incompatibile rispetto alla Freenet attuale; vediamone le novità più importanti.
Il protocollo di trasporto adottato da Dark non è piu TCP ma UDP, e la dimensione delle “chiavi” (termine che in Freenet indica un pacchetto di dati) passa dai 256KB a 1KB. Dark, grazie a questo e ad alcune tecnologie adottate, potrà operare in maniera trasparente attraverso i firewall , mentre attualmente è necessario un port forwarding attraverso il NAT od il firewall per poter pubblicare un nodo Freenet.
Il formato delle chiavi, il protocollo/API client FCP ed il protocollo di comunicazione server-to-server verranno completamente cambiati e quindi l’interoperabilità’ tra la rete Freenet 0.5 e quella (futura) Dark sarà esattamente zero.
La distribuzione definitiva di Dark includerà nuove versioni di tool popolari come Frost e Freenet Insertion Wizard, ma non di FUQUID, non essendo quest’ultimo scritto in Java.
Il routing delle chiavi tra nodi, che in Freenet era il NGR, algoritmo lento adatto solo a chiavi di grandi dimensioni, in Dark viene sostituito dal più semplice e veloce Metropolis-Hastings; ci si aspetta che il routing si velocizzi moltissimo anche quando la rete Dark arriverà alle migliaia di nodi di dimensione della rete attuale.
Mentre Freenet è una rete pubblica, omogenea e paritaria, Dark permetterà di definire delle darknet al suo interno; trovate una definizione di cosa è una darknet in questa paper e in questa presentazione .
Le darknet di Dark (perdonate il gioco di parole) saranno a tutti gli effetti separate dalla Dark pubblica, e non potrà nemmeno esserne dimostrata l’esistenza al suo interno.
Inizialmente, la modalità darknet di Dark sarà la prima ad essere resa disponibile; una darknet è una rete ad invito, in cui è necessario ottenere la fiducia di almeno due nodi già appartenenti alla darknet per poter entrare a farne parte. Nell’implementazione attuale di Dark è necessario ottenere due chiavi da due nodi, operazione che sarà parzialmente automatizzata nella versione definitiva ma che adesso viene svolta via IRC comunicando sul canale #freenet del server irc.freenode.net.
La direzione assunta dall’evoluzione da Freenet a Dark è resa necessaria dal fatto che la Rete si sta trasformando sempre più in una grande struttura di tecnocontrollo , in cui persino le modalità anonime di funzionamento di Freenet 0.5 non sono abbastanza. Nei tempi cupi che ci aspettano Dark sarà (speriamo) la risposta, o meglio una delle risposte, che la comunità della Rete saprà e dovrà dare.
Nel frattempo, se avete tempo e voglia di imparare, date una mano al gruppo di sviluppo installando un nodo Dark, che puo’ essere scaricato da qui e collegandovi poi al canale #freenet, chiedendo istruzioni su come collaborare.
Supporto ed aiuto possono essere ottenuti anche tramite la lista italiana dedicata a Freenet .
Marco Calamari
Marco Calamari è il titolare della rubrica Cassandra Crossing pubblicata da Punto Informatico