I satelliti-rottame sono un problema grave e complicato, ma l’agenzia statunitense DARPA ha tutta l’intenzione di trasformarlo in una opportunità senza precedenti con il riutilizzo di grandi antenne paraboliche destinate a orbitare senza senso attorno al Pianeta.
DARPA ha annunciato l’avvio del programma Phoenix, progetto che mira appunto a riconvertire 300 miliardi di satelliti ancora in orbita, non funzionanti. Il piano necessita di tecnologie ancora tutte da inventare, visto che prevede la manipolazione, lo smontaggio e la riconversione dei satelliti direttamente in orbita.
Al centro dell’iniziativa Phoenix c’è la volontà di sviluppare un sistema Tender da mandare nello spazio, una sonda robotica che ha tutto il necessario per procedere allo smontaggio delle grandi antenne satellitari in loco, al massimo giovando dell’assistenza umana con il controllo remoto delle stazioni a terra.
Il Tender ha la funzione di disassemblare le antenne e poi di installarvi sopra tanti piccoli Satlet, nuovi apparati di controllo essenziali e funzionali che dovrebbero trasformare il network di antenne riciclate in reti di comunicazione utilizzabili a piacimento da DARPA, e non solo.
L’idea dell’agenzia è ambiziosa, al punto che i suoi stessi vertici mettono in conto la possibilità di fallire. Se però “il programma avesse successo”, dice il direttore di DARPA Regina E. Dugan, “i detriti spaziali si trasformerebbero in risorse spaziali”.
Alfonso Maruccia