Le potenzialità di un supercomputer strozzate da un’interfaccia di rete non in grado di offrire performance adeguate. È il problema che sta affrontando DARPA, l’agenzia statunitense al lavoro sullo sviluppo di nuove tecnologie da destinare all’ambito militare. Ne parla Jonathan Smith, Program Manager dell’Information Innovation Office, al lavoro con il suo team su una nuova tecnologia chiamata FastNIC.
DARPA: FastNIC per reti 100 volte più veloci
Considerando come l’acronimo NIC stia a indicare Network Interface Controller, non è difficile immaginare quale sia il vantaggio offerto da SuperNIC: un incremento fino a 100 volte della velocità, così che le capacità di calcolo degli elaboratori possano essere sfruttate al massimo per operazioni che vanno dalle simulazioni matematiche alla ricerca scientifica, senza doverle rallentare nel momento in cui la macchina si trova nella condizione di dover scambiare dati con quelle che la circondano, sebbene all’interno dello stesso network.
Il vero collo di bottiglia per la portata del processore è l’interfaccia di rete utilizzata per connettere una macchina al network esterno, come Ethernet, che limita pesantemente le capacità di elaborazione dei dati.
Per fare un esempio concreto, se il processore è in grado di masticare in input e generare in output TB di informazioni in un secondo, mentre nel medesimo lasso di tempo l’interfaccia di rete non può andare oltre qualche GB nella trasmissione, si crea inevitabilmente una strozzatura, un rallentamento. Riuscendo nell’intento, DARPA si assicurerebbe un notevole vantaggio competitivo sulle altre realtà che gestiscono supercomputer. La volontà è comunque quella di rendere l’iniziativa completamente open source, così che ne possa eventualmente nascere uno standard di cui tutti potranno beneficiare.