La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) è stata completata con successo il 26 settembre 2022. Due settimane dopo erano stati forniti alcuni dettagli, tra cui la diminuzione del periodo orbitale di circa 33 minuti dovuto all’impatto del veicolo spaziale. Il team del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) ha ora pubblicato su Nature quattro documenti che contengono tutti i dati scientifici.
È possibile deviare un asteroide
La missione DART prevedeva l’impatto di un veicolo spaziale sull’asteroide Dimorphos (160 metri di diametro) che ruota intorno al più grande Didymos (780 metri). Dopo aver analizzato tutti i dati raccolti, il team di scienziati della NASA ha confermato che la tecnica, nota come “kinetic impactor“, può essere utilizzata per deviare la traiettoria di un asteroide e quindi impedire che colpisca la Terra.
Il primo documento descrive l’impatto, indicando varie informazioni, tra cui timeline, natura del sito e dimensioni di Dimorphos. Gli autori affermano che la tecnica può essere sfruttata per intercettare un asteroide di circa 800 metri di diametro, senza una preventiva missione di ricognizione. Tuttavia sono necessari diversi anni di preavviso (meglio decenni) per la pianificazione (Dimorphos è stato scoperto nel 2003).
Il secondo documento descrive la misurazione della variazione del periodo orbitale dovuta all’impatto cinetico. Nel terzo documento viene evidenziato che il rinculo dovuto al materiale espulso ha avuto un ruolo maggiore rispetto all’impatto stesso. Infine, il quarto documento descrive la creazione della “coda” dell’asteroide, come quella di una cometa. Nel video si può vedere un time-lapse creato combinando le foto scattate dal telescopio Hubble.
A fine 2024 è prevista la missione Hera. Una sonda e due cubesat (Milani e Juventas) raggiungeranno Didymos e Dimorphos a fine 2026 per studiare più da vicino gli effetti dell’impatto.