Il gruppo di Mountain View ha rilasciato un paio di statistiche riguardanti Takeout, il servizio che consente agli utenti di esportare le loro informazioni e i contenuti presenti in oltre 70 servizi gestiti da Google: l’operazione viene eseguita mediamente oltre due milioni di volte ogni mese e nel 2019 i file elaborati hanno superato quota 200 miliardi.
Takeout e controllo sui dati: novità per Google Foto
Restando in tema, proprio in questi giorni la funzionalità migliora con l’inclusione di controlli più granulari che consentono ad esempio di salvare o trasferire un singolo album da Foto anziché l’intera libreria. Sarà così possibile spostarlo su una piattaforma concorrente, ad esempio Flickr o OneDrive, senza costringere l’utente a scaricare l’archivio ed eseguirne l’upload altrove, pratica che laddove non disponibile una connessione con buone prestazioni risulterebbe lunga se non talvolta impossibile.
È uno dei benefici legati al Data Transfer Project, iniziativa annunciata nel 2018 da Google, Microsoft, Facebook e Twitter proprio con questa finalità. Lo scorso anno ha fatto il suo ingresso nel gruppo anche Apple.
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Le modalità di gestione dei dati sono di importanza cruciale non solo per garantire agli utenti il pieno controllo sulle informazioni che li riguardano, ma anche per assicurare il pieno rispetto della privacy. A regolamentarle nel vecchio continente c’è il GDPR, normativa con ormai alle spalle più di due anni dall’introduzione. È in questo ambito che si gioca la partita delle piattaforme, da TikTok a Facebook, il cui destino sembra essere legato a doppio filo a questioni di natura anzitutto territoriale.