Nuove rivelazioni emergono dal pozzo senza fondo del Datagate, questa volta riguardanti i programmi di spionaggio dei soliti noti, NSA statunitense e GCHQ britannica: dispongono di soluzioni per la cattura del traffico direttamente alla fonte, cioè dai cavi sottomarini intercontinentali.
Non si tratta in questo caso di un’azione a base di compromissioni e forza bruta, come nel caso del recentemente svelato super-malware Regin : i nuovi documenti forniti da Edward Snowden identificano l’accesso fisico degli spioni dell’intelligence alla Rete. Tra i programmi rivelati dai documenti segreti spiccano “CIRCUIT”, per l’intercettazione delle comunicazioni sottomarine che arrivano a Seeb, nell’Oman, “REMEDY” per il controllo dei cavi di British Telecom, GERONTIC per l’infrastruttura di Vodafone, e altri con target non meglio precisati come “DACRON”, “LITTLE”, “PINNAGE”, “STREETCAR” e “VITREOUS”.
Nel 2009, anno a cui risale la documentazione, NSA e sodali avevano accesso a ben 62 cavi sottomarini tra comunicazioni intercontinentali e canali “minori”, e le telco venivano anche rimborsate per il disturbo: Cable & Wireless, azienda acquisita da Vodafone nel 2012, risulta tra le aziende pagate profumatamente con versamenti da 20 milioni di sterline alla volta.
Vodafone dichiara, prevedibilmente, di non avere alcuna informazione in merito ai piani di spionaggio svelati dai documenti di Snowden, e il dibattito si fa acceso tra chi vuole controllare i canali di comunicazione digitali in tutto il mondo e chi evidenzia l’ incompatibilità di una simile dragnet orwelliana (basata sullo sfruttamento delle vulnerabilità di software e sistemi, tra le altre cose) e il mantenimento della sicurezza della Rete globale.
Nel tentativo di migliorare un rapporto con il pubblico e di ricostruire la fiducia ormai perduta dei cittadini della Rete, NSA pensa invece a distribuire il codice sorgente (sotto licenza Apache) di un suo software di automazione dei flussi di dati chiamato NiFi. Le Nazioni Unite, dal canto loro, hanno tentato di condannare lo spionaggio del Datagate, ma i cinque occhi del tecnocontrollo (USA, UK, Australia, Canada e Nuova Zelanda) continuano a remare contro .
Alfonso Maruccia