Nuove informazioni giungono a illustrare gli sforzi del governo statunitense nella realizzazione di una estesa rete di sorveglianza planetaria. Le autorità a stelle e strisce sfrutterebbero una società di telecomunicazioni con funzione ponte per la gestione dei dati rastrellati attraverso diversi operatori esteri, in modo da coordinare una serie di cellule aziendali interne in grado di accedere alle principali infrastrutture in fibra ottica .
Stando alle rivelazioni pubblicate dal quotidiano brasiliano O Globo – rilanciate da quello britannico The Guardian – le attività di sorveglianza della statunitense NSA avrebbero previsto l’istituzione del programma FAIRVIEW per la raccolta delle telefonate e degli scambi via email di milioni di cittadini verdeoro. Il governo federale avrebbe dunque stipulato accordi con una misteriosa telco a stelle e strisce per l’accesso alle comunicazioni personali tramite una serie di operatori esteri.
Nelle stime offerte dalla rivista tedesca Der Spiegel , questa rete internazionale partirebbe dallo sfruttamento delle principali arterie sottomarine in fibra per il rastrellamento globale dei dati. Nella sola Germania, il programma FAIRVIEW riuscirebbe a raccogliere più di 20 milioni di chiamate telefoniche , a cui vanno ad aggiungersi altri 10 milioni di scambi di dati attraverso le infrastrutture della rete Internet.
Mentre le autorità brasiliane attendono una spiegazione dettagliata da parte del governo USA – verranno contattati anche i responsabili della International Telecommunications Union (ITU) per trovare una soluzione in grado di proteggere al meglio la privacy dei cittadini nel paese sudamericano – il presidente boliviano Evo Morales ha offerto asilo alla talpa del Datagate Edward Snowden senza alcun timore per le eventuali conseguenze nei rapporti con “l’imperialismo degli Stati Uniti”. A Snowden è stato offerto asilo anche dai governi del Nicaragua e Venezuela , mentre il Parlamento islandese ha rifiutato la sua richiesta.
Lo stesso Morales, supportato dall’Unasur, l’unione delle nazioni sudamericane, pretende le scuse pubbliche da parte di diversi paesi europei (Italia compresa) per il suo scalo forzato a Vienna in seguito alla chiusura dello spazio aereo. L’aereo con a bordo il presidente boliviano era partito da Mosca, successivamente costretto a oltre 13 ore di stop per permettere una perquisizione delle autorità austriache a caccia del giovane informatico di Elizabeth City .
Mauro Vecchio