Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha riferito alla Camera il risultato delle indagini avviate dal comitato interministeriale incaricato di verificare il coinvolgimento dell’Italia nel cosiddetto Datagate.
Secondo quanto riferisce, l’Italia, che come evidenzia Letta ha già in parte affrontato la situazione con il protocollo d’intesa in base al quale il Garante per la protezione dei dati personali ha assunto un ruolo di vigilanza anche sulle possibili intercettazioni dei servizi segreti, sarebbe tra i pochi Paesi europei immuni dalle intercettazioni e dallo spionaggio dell’NSA ( National Security Agency ).
Il Presidente del Consiglio italiano, infatti, afferma che non vi sono prove di un coinvolgimento dell’Italia nello scandalo scatenato dalle rivelazioni dell’ex spia Edward Snowden secondo le quali l’agenzia di spionaggio a stelle e strisce avrebbe intercettato illegalmente cittadini e ambasciate di mezzo mondo.
Nel dettaglio, Letta spiega che i documenti di Snowden hanno fatto luce su due diverse operazioni dell’NSA: Prism, con la quale l’agenzia monitorava le comunicazioni con il consenso dei provider americani, e Tempora, che la vede collaborare con il suo corrispettivo britannico Government Communications Headquarters (GCHQ) nello spionaggio delle comunicazioni internazionali veicolate su cavi sottomarini in fibra ottica.
Secondo il Presidente del Consiglio, l’Italia non ha preso parte a nessuna delle due “perché i suoi organismi non sono stati disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento interno italiano”.
Da quello che risulta dai documenti divulgati da Snowden, in realtà, l’intelligence italiana sembra sia stata esplicitamente ignorata dalle spie straniere, in quanto non sembrava poter offrire un interlocutore univoco e plausibile.
Oltre a negare il coinvolgimento degli 007 italiani, Letta dichiara che non vi sono neanche prove di violazioni da parte di servizi di intelligence stranieri ai danni delle comunicazioni governative, delle ambasciate o della privacy dei cittadini .
Secondo Francesco Pizzetti, Garante per la Privacy tra il 2005 ed il 2012, questo non escluderebbe del tutto la possibilità che ci siano state violazioni ai danni dell’Italia, ma solo che i servizi segreti locali non vi hanno preso parte e che non ne sono venuti a conoscenza .
D’altra parte la statistica è contro Letta, dal momento che tutto il mondo si sente osservato: così, mentre sembra registrare un boom il mercato privato dei servizi di intercettazione, e mentre i servizi segreti britannici sembrano sempre più coinvolti ad ogni nuova rivelazione di Snowden, tanto che nell’ ultimo documento si legge di un altro accordo segreto GCHQ-NSA per monitorare le comunicazioni dei cittadini e che permette all’intelligence americana di tenere in archivio numeri di telefono, email e indirizzi IP dei britannici, i politici di Berlino hanno deciso di rinunciare agli iPhone per utilizzare dispositivi che supportino il software crittografico sviluppato dall’intelligence tedesca .
Inoltre, sempre in Europa, anche i norvegesi si scoprono spiati. Secondo un nuovo documento divulgato da Snowden, tra dicembre 2012 e gennaio 2013 l’NSA avrebbe ascoltato più di 33 milioni di telefonate: e pensare che appena qualche mese fa, a giugno, rappresentanti statunitensi negavano all’ex primo ministro norvegese tale possibilità, proprio come John Kerry ha fatto ora nei colloqui con Letta. La Norvegia, peraltro, ufficialmente continua a negare qualsiasi spionaggio ai danni dei propri cittadini: il tenente generale dell’esercito di Oslo Kjell Grandhagen ha dichiarato che quei milioni di chiamate riguardano intercettazioni compiute dalla Norvegia stessa, all’estero e nelle operazioni di lotta al terrorismo.
Claudio Tamburrino