Le Bahamas, il Kenya, il Messico, il Kenya, le Filippine: e poi un altro paese misterioso. Quanto svelato da The Intercept sul programma SOMALGET di NSA è un quadro impressionante: l’agenzia di intelligence statunitense ha intercettato le comunicazioni via cellulare di intere nazioni , in alcuni casi registrando l’intero traffico voce, in altri soltanto i metadati. Ma in in questo frangente il terrorismo sembra non c’entri nulla: il motivo per cui NSA ha deciso di prendere il controllo delle comunicazioni di altri paesi sovrani sembra più legato a questioni di polizia internazionale e lotta alla droga, invece che alla minaccia di Al Qaeda.
SOMALGET altro non è che una branca del programma Mystic, nato nel 2009, e stando a quanto raccontato la sua portata si dovrebbe estendere anche oltre i paesi elencati. I piani per raccogliere i fondi e reclutare il personale erano in corso, ma quello che colpisce è soprattutto il modo nel quale NSA è riuscita a entrare nel traffico delle reti cellulari bahamensi: mediante il grimaldello della DEA, l’antidroga a stelle e strisce, il sistema è stato scardinato legalmente ottenendo l’accesso per tentare di contrastare il traffico di stupefacenti, ma piazzando invece una backdoor che ha consentito l’intercettazione coatta e totale di tutte le chiamate. Il Governo delle Bahamas nulla sapeva di quanto era in corso.
In questo caso NSA svolgeva il ruolo di braccio tecnologico delle altre agenzie: il programma in Kenya e quello in Messico sarebbero stati richiesti e finanziati dalla CIA, con l’obiettivo di mettere sotto controllo tutte le nazioni potenzialmente “interessanti” sotto il profilo della raccolta informazioni . Paradisi fiscali, nazioni privi di accordi sull’estradizione, paesi dove prosperano mercato nero e traffici illegali: le Bahamas dovevano costituire il biglietto da visita per provare la capacità e le competenze della National Security Agency alle altre agenzie, un esempio di quanto fosse possibile ottenere con l’ausilio della tecnologia.
La portata di queste rivelazioni non manca di gettare ulteriore discredito sul movente e i modi con i quali NSA ha portato avanti il suo programma di sorveglianza globale: la registrazione della totalità delle comunicazioni di una intera nazione è la conferma di una capacità tecnica di cui per altro si era anche già parlato in relazione agli Stati Uniti. Inoltre, questo comportamento dell’intelligence rischia di compromettere le relazioni diplomatiche tra gli USA e le altre nazioni : quale Paese si presterà d’ora in avanti a concedere l’accesso alle proprie reti di telecomunicazioni, con il rischio che i servizi segreti yankee mettano le mani e le orecchie nelle reti telefoniche altrui?
We condemn Firstlook for following the Washington Post into censoring the mass interception of an entire nation https://t.co/jTKVNCK5BJ
— WikiLeaks (@wikileaks) May 19, 2014
Non è mancata neppure la coda polemica allo scoop di The Intercept : Wikileaks via Twitter ha criticato la testata d’Oltreoceano per aver tenuto nascosto il nome di uno dei paesi coinvolti nel programma SOMALGET, secondo Wikileaks per una sorta di sudditanza nei confronti della propaganda anti-terroristica messa in campo dagli Stati Uniti . The Intercept ha voluto precisare che la precauzione di tenere riservato quel nome è stata solo dettata dalla volontà di mantenere l’ordine e la sicurezza in quella nazione, senza per altro aver taciuto alcunché su quanto scoperto riguardo le sorveglianze illegali messe in campo da NSA e rivelate da Edward Snowden nello scandalo Datagate .
Luca Annunziata