Apple, Facebook, Google, Microsoft e altre grandi aziende ITC hanno modificato le proprie policy e da ora in poi notificheranno agli utenti le richieste di accesso ai loro dati sottoposte dai Governi .
Ad anticipare tutti era stata Yahoo!, che aveva annunciato il cambiamento già a luglio scorso.
La possibilità di essere trasparenti è stata la principale richiesta degli operatori del settore in concomitanza con le polemiche scatenate dal cosiddetto Datagate, nato dalle rivelazioni dell’ex spia dell’NSA Edward Snowden: a preoccuparli è la perdita di fiducia da parte degli utenti che potrebbe costare caro all’intero settore . Così le aziende hanno iniziato una pressione che le ha già portate ad ottenere la possibilità di divulgare i dati relativi alle richieste di accesso delle autorità , con il via libera dei giudici della Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC)
La questione – tuttavia – rimane ancora combattuta e la nuova mossa delle aziende non piace alle autorità: nel momento in cui avvertono i diretti interessati delle richieste d’accesso ai relativi dati, da un lato danno loro la possibilità di ricorrere alle autorità giudiziarie per impedirlo, dall’altro (avvertono gli investigatori) mettono i sospettati (e dunque i possibili colpevoli) in allarme.
Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il rischio è quello di “permettere la distruzione delle prove o di favorire la fuga dei sospettati o l’intimidazione dei testimoni”.
Claudio Tamburrino