Mozilla aveva evidenziato che le automobili moderne raccolgono numerosi dati personali (ma secondo un giudice non violano la privacy). Il New York Times ha scoperto che le case automobilistiche condividono le abitudini di guida con le compagnie assicurative.
Se guidi male aumenta la polizza
Un cittadino statunitense non ha mai avuto un incidente, ma il costo della sua polizza è aumentato del 21% rispetto all’anno precedente. Dopo aver chiesto informazioni, la compagnia assicurativa ha spiegato che l’incremento è dovuto al report di LexisNexis. Il data broker di New York ha fornito all’automobilista un documento di 258 pagine che contiene un resoconto dettagliato dei suoi viaggi negli ultimi sei mesi.
Non sono indicate le destinazioni, ma ci sono numero di viaggi, ora di partenza e di arrivo, distanza percorsa, eccessi di velocità, frenate e accelerazioni brusche. I dettagli sui viaggi sono stati forniti a LexisNexis da General Motors, il produttore dell’automobile. In base ai dati e al punteggio di rischio, la compagnia di assicurazione ha deciso di aumentare il costo della polizza.
Molte case automobilistiche offrono nelle app un’opzione per la raccolta dei dati. Gli utenti attivano la funzionalità senza prestare attenzione alle condizioni d’uso (in alcuni casi non è nemmeno specificato che i dati sono condivisi con le compagnie assicurative). Per alcuni guidatori, la funzionalità è stata attivata al momento dell’acquisto dell’automobile perché i rivenditori ricevono un bonus.
General Motors non è ovviamente l’unica casa automobilistica che condivide i dati sulle abitudini di guida. Ci sono anche Hyundai, Kia, Nissan, Subaru, Mitsubishi, Ford e Honda.