Roma – Una nuova indagine di Kaspersky Lab prende in considerazione i servizi di dating online , un’attività sempre più popolare e per questo nel mirino di cyber-criminali e truffatori a caccia di dati personali o materiale grafico da impiegare nelle pratiche di revenge porn .
L’ultimo studio della security enterprise moscovita arriva a poca distanza da un’ analisi dei rischi di sicurezza presenti all’interno del codice delle app e dei server Web, e si focalizza piuttosto sulla tendenza degli utenti a “lasciarsi andare” senza tenere in debita considerazione un fatto problematico: all’altro capo dello schermo potrebbe esserci un cyber-criminale, invece dell’anima gemella.
Chi sceglie di usare i siti di incontri online tende a condividere dati personali con eccessiva facilità , dice Kaspersky , con un utente su dieci (13 per cento) che ha ammesso la condivisione solo dopo pochi minuti o “al massimo ore” con la speranza di avviare una conversazione.
In Italia, invece, la percentuale di chi si lascia andare con tanta facilità è sensibilmente inferiore (il 5 per cento) e si preferisce piuttosto attendere alcune settimane (14 per cento) prima di condividere informazioni personali. A livello globale, il 25 per cento degli utenti dicono di aver usato il nome completo e addirittura foto osé , mentre in Italia si parla di un 10 per cento di utenza con nome reale e del 4 per cento con foto esplicite pubblicate.
Quel che è certo è che gli utenti del dating online sono esposti a un maggior numero di rischi di sicurezza rispetto ad altre tipologie di netizen, dice Kaspersky, e nel caso si parla del 41 per cento di vittime di incidenti come la violazione di dispositivi e account o l’infezione da ransomware. Chi non sa usare questo genere di servizi è invece soggetto a rischi decisamente inferiori (20 per cento).
Per chi è interessato a usare o sperimentare il dating online, Kaspersky consiglia di “usare le protezioni” – incluso ovviamente il software antivirale prodotto dalla corporation. Per quanto riguarda il revenge porn, infine, almeno su Facebook potrebbe presto essere attiva una nuova funzionalità di confronto degli hash pensata per bloccare sul nascere la condivisione di foto compromettenti.
L’opzione è al momento in fase di test in collaborazione con le autorità australiane , e ironicamente prevede che sia l’utente stesso a spedire al social network le foto che intende proteggere dalla condivisione selvaggia . Le immagini non verranno archiviate ma serviranno solo per il calcolo degli hash di cui sopra, rassicura Facebook.
Alfonso Maruccia