Nell’edizione di febbraio del Psychological Science in the Public Interest journal è stato pubblicato uno studio sull’efficacia dei servizi di dating online effettuato da un team di ricercatori universitari, tutti psicologi, coordinato da Eli J.Finkel professore associato di psicologia sociale alla Northwestern University.
Il primo punto chiave dello studio consiste nella scientificità degli algoritmi grazie ai quali vengono segnalati profili affini con il semplice inserimento dei propri dati fisici e dei propri interessi. Tuttavia, chi sviluppa questi algoritmi ha la tendenza a focalizzarsi su informazioni che sono facili da valutare come la similarità di carattere , considerata per alcuni servizi di dating online la base per i rapporti duraturi. La ricerca ribalta però il mito . La somiglianza di carattere non è all’origine di una storia duratura: prima ci piace una persona e solo successivamente scopriamo che ha delle caratteristiche simili alle nostre e se non ce le ha, le troviamo lo stesso.
Al contrario di quanto sostengono i siti di dating online, questi algoritmi non avrebbero alcuna base scientifica. Harry T. Reis, uno dei ricercatori dello studio, proveniente dalla University of Rochester, ha citato il sito eHarmony che sostiene, e con forza, di avere una base scientifica per il suo algoritmo, basato su 29 dimensioni di compatibilità tra cui l’ adattabilità o l’ energia emotiva . “Presumo che abbia utilizzato davvero un metodo scientifico per creare il proprio algoritmo – ha affermato Reis – ma non è mai stato visionato dalla comunità scientifica, quindi nessuno può confermare nulla”. In sostanza, gli algoritmi non funzionerebbero, neanche in linea di principio: “l’algoritmo può ridurre il numero di potenziali partner – ha aggiunto Finkel – ma sono comunque persone che non si sono mai incontrare e nella vita reale possono essere incompatibili”.
Un altro fondamentale problema del dating online è che le informazioni dei profili sono per lo più insignificanti e non sono né sufficienti, né tantomeno così significative per poter conoscere davvero una persona. Inoltre l’elenco infinito di volti , interessi ed esperienze non aiuta perché metterebbe in confusione gli utenti che sarebbero poi portati ad effettuare scelte “pigre”: per risparmiare tempo si accontenterebbero di profili che non sono propriamente compatibili. Questo modo di agire è stato confermato da molte altre ricerche che hanno dimostrato che se c’è troppa scelta in un supermercato il cliente tenderà ad abbandonare l’acquisto, mentre se le opzioni sono poche comprerà esattamente quello che voleva.
Ad ogni modo, la ricerca di Finkel e colleghi non distrugge del tutto il mondo del dating online. Per chi ha opportunità di incontro limitate questi siti rappresenterebbero un ottimo mezzo per incontrare “gente nuova”. Inoltre gli utenti sanno che dall’altra parte dello schermo ci sono partner disponibili e interessati a una relazione , certezza che non si può avere se si conosce qualcuno in un bar.
Gli stessi ricercatori danno un importante consiglio: sarebbe bene trascorrere il minor tempo possibile sui siti di dating online per favorire maggiori incontri dal vivo. È bene conoscere qualcuno su Internet, ma ancora più utile sarebbe conoscerlo di persona. In questa direzione, chiosano i ricercatori, sarebbero di grande aiuto le dibattute applicazioni degli smartphone che segnalano all’utente quando si trova nelle vicinanze di un potenziale partner registrato allo stesso servizio. In questo caso è d’obbligo un caffè al volo per conoscersi meglio.
Nonostante i limiti notevoli, il dating online ha avuto un grandioso successo negli ultimi tempi. Nel 2005 quasi il 40 per cento degli utenti di Internet era registrato sui siti di dating online. Secondo uno studio accademico, negli Stati Uniti il 22 per cento delle relazioni eterosessuali e il 61 per cento delle relazioni omosessuali nate tra il 2007 e il 2009 sono nate sul web, modalità seconda solo a un tipico “incontro con gli amici”.
Gabriella Tesoro