La bomba deflagrata ieri in seno a DAZN ha scatenato un’ondata di proteste alle quali non si era assistito nemmeno quando, all’esordio della Serie A sulla piattaforma, il servizio non era stato capace di dimostrarsi all’altezza delle aspettative: a tenere banco è l’ipotesi di una modifica apportata alle condizioni di utilizzo che impedirebbe la condivisione dell’account e, di conseguenza, la visione in contemporanea dei contenuti (in diretta o in differita) su due dispositivi. Utilizzare il condizionale è ancora d’obbligo, poiché nonostante la novità sia data da più parti come ormai per certa, dal gruppo tutto tace: nessuna conferma né smentita, nessun post dai profili social ufficiali, nessuna email inviata agli abbonati.
Il caso DAZN
Un silenzio profondo agitato però dal coro di indignazione di chi ha accolto l’indiscrezione con disappunto, affidando alle bacheche di Twitter e Facebook la propria collera e portando in alto nelle tendenze hashtag come #DAZNout, spinti anche da qualche profilo illustre. Interpellata sulla questione, la Lega Calcio si trincera dietro un prevedibile no comment
, lasciando che sia la piattaforma a gestire la situazione come meglio crede, dal punto di vista commerciale e della comunicazione.
Servizio non ottimo, cambio di termini servizio in corso di campionato. La pirateria si sconfigge con prodotti di qualità, accessibili e facili da utilizzare. Si può guadagnare extra con contenuti premium, non con i giochi delle 3 carte a spese dei consumatori #Daznout
— Lapo Elkann (@lapoelkann_) November 9, 2021
L’obiettivo di una simile mossa è chiaro, intervenire sul fenomeno degli account condivisi per spingere gli abusivi a sottoscrivere a loro volta un abbonamento, facendo leva proprio sui diritti acquisiti che consentono di trasmettere tutti i match di Serie A, ampliando così il proprio bacino utenti e di conseguenza incrementando le entrate. L’esito non è però scontato: uno studio citato questa mattina da La Stampa afferma che mezzo milione di abbonati sarebbero pronti a salutare e approdare eventualmente su altri lidi, magari quelli della concorrenza.
Per DAZN il momento è delicato: si appresta a introdurre il supporto alle trasmissioni in Full HD, si trova a percorrere la strada imboccata per migliorare la qualità del servizio erogato e ora deve fare i conti con un esposto del Codacons, tutto questo senza poter ignorare i malcontenti manifestati dall’utenza che ha scelto di mettere mano al portafogli, ma troppo spesso deve suo malgrado fare i conti con uno streaming non impeccabile. Come il più classico rigore al novantesimo, a fare la differenza tra vittoria e sconfitta.