È passato più di un anno da quando il presidente della Commissione Giustizia alla Camera Giulia Bongiorno aveva parlato della possibilità di rivedere i termini dell’ articolo 1 comma 29 del famigerato DDL Intercettazioni. Modifiche da pensare insieme al governo, per regolamentare in altra maniera la tempistica a disposizione di redazioni e blogger per adempiere al cosiddetto obbligo di rettifica .
L’esecutivo pare ora pronto a porre la fiducia dopo aver ripresentato il disegno di legge in Parlamento. E l’articolo 1 comma 29 è rimasto intatto, da molti ormai conosciuto come “norma ammazza-blog”. Ovvero quella disposizione legislativa che imporrebbe multe fino a 12mila euro a chi non rispetta entro i termini prefissati l’obbligo di rettifica .
“Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, si può ancora leggere nel testo del DDL.
“Il governo prova ancora una volta a mettere il bavaglio al web – ha spiegato su Facebook il leader di IdV Antonio Di Pietro – Il DDL Intercettazioni, infatti, prevede anche che qualunque blog, sito, portale o social network riceva una richiesta da soggetti che si ritengano lesi da un contenuto pubblicato, sia obbligato a rettificare entro 48 ore. È la solita norma ammazza blog”.
Mauro Vecchio