L’AGCOM ha comunicato in giornata l’apertura di un importante tavolo tecnico che dovrà dirimere ogni questione relative alle strategie di “decommissioning” poste in essere da TIM durante la prossima fase evolutiva della propria rete sul territorio italiano.
Per “decommisioning” si intende la dismissione delle vecchie reti in rame in favore di nuove soluzioni tecniche, ma il tutto deve chiaramente avvenire sulla base di alcune prerogative che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pone come imprescindibili. Mentre TIM si appresta ad effettuare questo lento switch dal passato al futuro della rete, insomma, AGCOM si pone da arbitro a tutela dei diritti degli utenti e della miglior condotta possibile da parte dell’operatore.
Tavolo tecnico per il decommissioning
TIM ha a suo tempo spiegato come il decommissioning sia da intendersi come operazione assolutamente necessaria per il contenimento dei costi e l’aumento della competitività del gruppo in una fase di mercato con crescente competitività. Secondo TIM, in particolare, questa strategia
- abilita l’accesso a nuovi livelli di efficienza operativa portando a una riduzione dei capex/opex di gestione ordinaria della rete (Benefici Obiettivo Annui);
- mitiga l’esposizione al rischio di continuità operativa di business, anticipando fenomeni di Fatal Crash oggi intuibili anche se non prevedibili con precisione (Impatto sul Tasso di Rischio di Impresa);
- genera valore strutturale per gli azionisti, in quanto determina un impatto positivo sul Terminal Value di valutazione dell’Operatore e conseguente sull’Enterprise Value (Benefici Obiettivo Cumulati);
- permette di finanziare oggi, a fronte di una generazione di cassa più robusta, la realizzazione di un’architettura di “lean network” che contribuisce all’ottimizzazione sostanziale della struttura di costo nel lungo periodo per far fronte alle tensioni sulla top line (Contributo al mantenimento del profit pool nel lungo periodo).
La decrescita dei ricavi da servizi tradizionali, la pressione della concorrenza e la sempre più forte presenza sul mercato degli Over The ToP, stamo spingendo tutti gli Operatori di TLC verso un processo di revisione/trasformazione strutturale (“network transformation”), avente l’obiettivo di ridurre drasticamente i costi di gestione e rendere più flessibile e veloce la produzione e la messa in campo di servizi innovativi.
L’AGCOM chiede ora debita comunicazione delle procedure tecniche che il gruppo intende porre in essere, fissando altresì specifiche prerogative necessarie per giungere allo spegnimento di una centrale (“quali il raggiungimento di una disponibilità di servizi NGA per il 100% delle linee attestate alla centrale e un livello sostanziale già raggiunto, almeno 60%, di adozione dei servizi a banda ultra-larga presso le centrali oggetto di annuncio“). Le regole AGCOM prevedono in particolare una regolamentazione stringente e specifica circa l’adozione della tecnologia FWA, chiedendo un atteggiamento trasparente e non discriminatorio durante le fasi di conversione della vecchia rete dismessa.
Il tavolo tecnico è la prima pietra posta dall’Authority per seguire questo processo, con un occhio di riguardo alla definizione dell’offerta di accesso wholesale FWA di TIM ed alla definizione delle procedure per la migrazione dei clienti.