Ieri nel Palazzo s’è parlato di tante cose, Papa e rifiuti campani in testa, e non c’è stato proprio spazio, evidentemente, per reagire rapidamente alla lettera che il Garante della Privacy ha inviato a Governo e Parlamento per sollecitare un immediato intervento correttivo sulla registrazione allungata dei dati delle comunicazioni degli italiani.
Come ben sanno i lettori di Punto Informatico , con una mezza riga piazzata nel decreto milleproroghe di fine 2007, il Governo ha esteso di un anno gli effetti più controversi del famigerato Decreto Pisanu sulla data retention, portando a fine 2008 le scadenze di monitoraggio a tappeto che erano state previste in via di urgenza e in chiave antiterrorismo per fine 2007. Una mossa che il Garante ha dimostrato di non aver apprezzato e sulla quale sta tentando di agire.
Nella sua lettera al Presidente della Camera e al Ministro delle politiche comunitarie, l’Autorità parla di “preoccupazione” per la conservazione dei dati. Come noto, grazie all’estensione governativa, la data retention può arrivare a otto anni per i dati telefonici e a tre anni per quelli telematici . Si tratta di informazioni che comprendono qualsiasi elemento della comunicazione (numeri e nomi dei coinvolti, indirizzi email, orari ecc.) con la sola eccezione del contenuto della comunicazione stessa. Dati che in qualsiasi momento, per esigenze di pubblica sicurezza, possono essere trasferiti all’autorità giudiziaria.
“L’Autorità – ricorda il Garante – ha posto l’esigenza che il bilanciamento degli interessi coinvolti sia conforme alle prescrizioni della direttiva comunitaria in materia (la cosiddetta “direttiva Frattini”), e che la direttiva stessa, la quale prevede tempi di conservazione dei dati di traffico sia telefonico che telematico compresi tra un minimo di sei mesi ed un massimo di due anni, sia tempestivamente recepita”. Il recepimento della Direttiva costringerebbe ad una retromarcia sui tempi di conservazione dei dati.
Nella sua lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti, il Garante spiega che quando il “decreto milleproproghe” sarà convertito in legge, è necessario che venga specificato che la data retention andrà avanti fino al recepimento della direttiva e comunque non oltre il 31 dicembre 2008 .