Decreto rilancio, ecco il Call Center di Immuni

Decreto rilancio, ecco il Call Center di Immuni

Il servizio dell'app Immuni sarà arricchito da un contact center a disposizione di cittadini positivi e di quanti hanno ricevuto una notifica.
Decreto rilancio, ecco il Call Center di Immuni
Il servizio dell'app Immuni sarà arricchito da un contact center a disposizione di cittadini positivi e di quanti hanno ricevuto una notifica.

Decreto Rilancio, articolo 20 come da testo appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale:

Il Ministero della salute svolge attività di contact tracing e sorveglianza sanitaria nonché di informazione e accompagnamento verso i servizi di prevenzione e assistenza delle competenti aziende sanitarie locali. A tal fine, il Ministero della salute attiva un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive al virus SARS-Cov-2, che hanno avuto contatti stretti o casuali con soggetti risultati positivi, i cui dati sono resi accessibili per caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività. A tal fine i dati relativi ai casi diagnosticati di positività al virus SARS-Cov-2 sono resi disponibili al predetto servizio nazionale, anche attraverso il Sistema Tessera Sanitaria ovvero tramite sistemi di interoperabilità.

In queste righe c’è chiaramente un intervento correttivo sulle policy iniziali legate al funzionamento dell’app Immuni, cercando così di fornire una migliore assistenza a quegli utenti che, una volta ricevuta la notifica di avvenuto contatto a rischio, si sono trovati smarriti nelle decisioni da intraprendere.

Immuni, arrivano i rinforzi

Il Ministero della Salute sembra aver insomma identificato nel servizio post-notifica un vulnus importante da correggere: non l’unico, ma il principale. ecco perché nasce un vero e proprio “supporto telefonico e telematico” (i cui dettagli restano ora da definire) per far sì che dopo la notifica possa continuare il contatto con l’utente senza lasciar spazio a dubbi, indecisioni e timori.

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Chi metterà a punto il servizio? Ancora non è chiaro: il comma 3, infatti, spiega che potranno occuparsene sia il ministero che il Commissario Straordinario per l’Emergenza. Quattro i milioni stanziati fin da subito, uno dei quali immediatamente disponibile.

Come fa notare Alessandro Longo su La Repubblica, manca curiosamente il comma 2:

Nel decreto pubblicato risulta assente il comma due (si salta direttamente dal primo al terzo). In una bozza precedente, in questo comma sparito si leggeva: “Al fine di rendere efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, gli operatori del servizio di cui al comma 1 (il call center, ndr) accedono al sistema centrale di Immuni per caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività. A tal fine i laboratori che diagnosticano casi di positività al virus SARS-Cov-2 comunicano gli stessi al Sistema tessera sanitaria che rende disponibili tali dati al predetto servizio nazionale”.

Con questo intervento si cerca quindi di colmare alcune lacune evidenti che il sistema ormai manifestava, ma che in presenza di correttivi potrebbero ancora diventare punti di forza del tracciamento per i mesi a venire (soprattutto laddove la curva dei contagi potrà essere stabilizzata, in presenza o meno di ulteriori chiusure). Anzitutto si vuol dare assistenza in quei casi in cui il supporto era richiesto con sempre maggior forza; inoltre si vuol dare un significato a quelle notifiche che, una volta inviate, devono poter essere gestite al meglio senza che si trasformino in nuovi ed ulteriori focolai; infine, si vuol cercare una soluzione per il mancato supporto delle autorità sanitarie locali, prima alienate da malcelati boicottaggi ed ora impossibilitate ad operare poiché sopraffatte dalla nuova ondata.

Raggiunta e superata, intanto, quota 40 mila notifiche inviate: si tratta di un dato crescente, al quale dare importanza in virtù del fatto che rappresenta un bacino fondamentale entro cui cercare nuovi asintomatici da isolare.

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Pubblicato il
29 ott 2020
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