Deepfake: Apple nel mirino del Congresso USA

Deepfake: Apple nel mirino del Congresso USA

Una lettera del Congresso USA inviata a Tim Cook chiede conto del lavoro fatto da Apple per contrastare il deepfake pornografico e illegale.
Deepfake: Apple nel mirino del Congresso USA
Una lettera del Congresso USA inviata a Tim Cook chiede conto del lavoro fatto da Apple per contrastare il deepfake pornografico e illegale.

Il Congresso degli Stati Uniti ha inviato una lettera al CEO di Apple, Tim Cook. Nel testo gli si chiede conto in merito a quali attività l’azienda stia sviluppando e attuando contro il deepfake pornografico e illegale. “All’inizio di quest’anno, Apple ha rimosso tre app utilizzate per creare deepfake dal suo app store dopo che un rapporto indipendente di 404 Media ha fornito link alle app e ai relativi annunci“, si legge.

Tuttavia, il Congresso non è contento di questo risultato perché l’azienda non è stata in grado di identificare queste app da sola. Infatti, la lettera continua: “Sebbene sia positivo che queste app siano state rimosse, è preoccupante che Apple non sia stata in grado di identificare le app da sola“. Un duro colpo per Cook.

L’App Store richiede agli sviluppatori di sottoporsi a un processo di screening, ma la persistenza di queste app dimostra che esistono delle scappatoie nelle linee guida di Apple“, hanno denunciato i membri del Congresso nella lettera.

Poi la richiesta: “Mentre Apple lavora per risolvere queste scappatoie, vorremmo capire quali misure vengono adottate e quali linee guida aggiuntive potrebbero essere necessarie per frenare la diffusione della pornografia deepfake“.

Deepfake e Apple: il ruolo dell’azienda

È comunque evidente che Apple, così come altre grandi aziende tecnologiche, stia lavorando per contrastare il deepfake illegale. Nondimeno, il Congresso degli Stati Uniti ha invitato il colosso di Cupertino a intensificare gli sforzi per combattere l’abuso di questa tecnologia sulle proprie piattaforme.

Quali piani sono in atto per affrontare in modo proattivo la proliferazione della pornografia deepfake sulla vostra piattaforma e qual è la tempistica di distribuzione di tali misure?“, hanno chiesto nella lettera. Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali in risposta da parte del colosso californiano.

Quello del deepfake è tema caldo perché questa tecnologia viene spesso usata per scopi illeciti, scaricando app da store ufficiali come quelli di Apple e Google. Ecco perché le istituzioni stanno facendo tutto il possibile per spingere le aziende tecnologiche ad acquisire strumenti in grado di contrastare questo fenomeno e non diffonderlo.

Nel frattempo, durante le elezioni USA, ChatGPT ha bloccato oltre 250mila deepfake.

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Pubblicato il
12 dic 2024
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