Deepseek? In questi giorni sono state molte le disamine, il più delle volte superficiali ed estremamente parziali. Eppure mai come in questo caso occorre un’analisi distaccata, che sappia guardare più ad un orizzonte delle cose che non ai singoli elementi. L’Intelligenza Artificale, del resto, è più una questione di prospettiva che non di attualità e comprendere le singole mosse significa anche saper pesare in modo corretto dichiarazioni di circostanza, marketing, disfide nazionali e quant’altro. In questo calderone ci sono la tecnologia e la geopolitica, il controllo dei dati e la gestione dei flussi di informazione: o si impara a distinguere questi (e altri) tasselli, o ci si avvita – come sta succedendo – in vuoti salotti televisivi fatti di parole svuotate di ogni concetto.
Serve quindi un colpo di spugna agli ultimi giorni per ripartire da capo e fare il punto sulla questione. Nella fattispecie, ci sono quattro cose che NON dovremmo fare, e quattro che dovremmo fare al loro posto.
Deepseek, un altro punto di vista
NON dovremmo berci parola per parola ogni affermazione che viene dalla Cina, Paese con esperienza trimillenaria nel controllo centrale della trasmissione della conoscenza. È importante valutare con attenzione le performance dichiarate di DeepSeek, considerando possibili esagerazioni o omissioni.
Cosa fare invece: 𝐏𝐫𝐮𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐞𝐧𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐢𝐧𝐚
NON dovremmo, solo perché ci sta comprensibilmente antipatico, dividerci in tifoserie pro/contro Altman (il CEO di OpenAI). Lui fa software e può leggere il codice aperto di DeepSeek come chiunque altro. La competizione principale si svolge nel settore dei semiconduttori, con la Cina che mira a ridurre la sua dipendenza. L’obiettivo della Cina è NVIDIA; siamo sempre dentro la guerra dei chip.
Cosa fare: 𝐄𝐯𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐮 𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐒𝐚𝐦 𝐀𝐥𝐭𝐦𝐚𝐧
NON dovremmo credere, solo perché ci sta comprensibilmente simpatica l’idea, che una guerra psico-finanziaria corrisponda alla fine di un’era tecnologica: le reazioni immediate possono essere influenzate da fattori emotivi o speculativi e non sempre riflettono trasformazioni concrete nel settore tecnologico. Le reazioni dei mercati sono reazioni dei mercati.
Cosa fare: 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐠𝐮𝐞𝐫𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭𝐚̀ 𝐢𝐧𝐝𝐮𝐬𝐭𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞.
NON dovremmo sottovalutare però l’idea clamorosa di aprire il codice di DeepSeek. Questa mossa va nel senso di democratizzare l’accesso a tecnologie avanzate e sfidare il modello tradizionale occidentale di sviluppo proprietario. I cinesi avrebbero potuto tranquillamente fermarsi un passo prima e semplicemente fare la loro guerra commerciale, sostenendo – vedremo quanto realmente – di poter fare le stesse cose degli americani a un costo inferiore. Invece non solo hanno presentato questo prodotto, che comunque funziona (malino come tutti gli altri, e in questo quindi competitivo), ma è open source. Questo ultimo passaggio è culturalmente devastante. Viviamo tempi affascinanti e caotici: è un gesto ovviamente ostile nei confronti del protezionismo americano delle schede CPU, ma dimostra come nelle guerre di Potere si è disposti a chiudere un occhio su tutto. Il governo cinese che avalla un’apertura di codice non fa di questo Paese il luogo che non farebbe sparire un suo Aaron Swartz.
Cosa fare: 𝐃𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐃𝐞𝐞𝐩𝐒𝐞𝐞𝐤
Tant’è che questi ultimi pazzi giorni passeranno alla storia recente della guerra tecnologico-commerciale tra le due superpotenze come i giorni in cui la Cina ha de-industrializzato l’AI come raccomandato da tutti i più raffinati think tank euro-atlantici.