Questa settimana, la società cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha fatto parlare di sé rilasciando una versione open source del suo modello che ragiona R1. E in tanti, nel mondo della tecnologia, si sono lanciati in dichiarazioni roboanti su cosa ha ottenuto l’azienda e cosa significa per lo stato dell’AI.
R1 di DeepSeek divide la Silicon Valley
Marc Andreessen, il noto venture capitalist, non ha dubbi: DeepSeek ha realizzato “una delle innovazioni più sorprendenti e impressionanti mai viste prima“. Parole che hanno un certo peso specifico, considerando da chi arrivano.
Il modello R1 sembra eguagliare o superare il modello o1 di OpenAI in alcuni benchmark sull’AI. E l’azienda sostiene di averlo addestrato con soli 5,6 milioni di dollari, contro le centinaia di milioni che spendono i colossi americani. Il tutto, nonostante le sanzioni USA che vietano la vendita di chip avanzati alle aziende cinesi.
Secondo il MIT Technology Review, il successo di DeepSeek mostra come le sanzioni stiano spingendo le startup cinesi a innovare puntando su efficienza, collaborazione e condivisione delle risorse. Tuttavia, il Wall Street Journal riporta che Liang Wenfeng, boss di DeepSeek, ha detto al premier cinese che le restrizioni USA sono ancora un ostacolo.
Ma c’è anche chi, come Neal Khosla di Curai, grida al complotto. Per lui, DeepSeek è una “psyop” del Partito Comunista Cinese che finge costi bassi per attirare tutti e danneggiare la competitività USA nel campo dell’AI. Accuse senza prove, sottolinea una nota: il padre di Khosla è un investitore di OpenAI…
Intanto, c’è chi teme che DeepSeek possa far tremare Wall Street: se i cinesi fanno modelli top a basso costo e senza chip avanzati, a che servono i miliardi investiti dalle aziende USA? Ma Garry Tan, CEO di Y Combinator, ribalta la prospettiva: per lui, il successo di DeepSeek è un bene per i rivali americani. Se addestrare modelli diventa più facile ed economico, crescerà la domanda di utilizzo reale dell’AI, assicurando che tutta la potenza di calcolo venga sfruttata.
Yann LeCun: “La vera lezione è l’open source”
Yann LeCun, Chief AI Scientist di Meta, invita a non vedere la cosa come una sfida Cina-USA. La vera lezione, per lui, è che i modelli open source stanno superando quelli proprietari. DeepSeek ha beneficiato della ricerca aperta e dell’open source, come PyTorch e Llama di Meta. Ha avuto nuove idee e le ha costruite sul lavoro altrui. Essendo il suo lavoro pubblico e open source, tutti ne possono trarre vantaggio.
Intanto, il dibattito spinge i consumatori a provare il prodotto: l’assistente AI di DeepSeek è la app gratuita più scaricata su Apple Store, davanti a ChatGPT. La sfida è aperta.