DeepSeek R1 disponibile su Azure di Microsoft

DeepSeek R1 disponibile su Azure di Microsoft

Microsoft ha reso disponibile il modello di ragionamento R1 di DeepSeek sulla sua piattaforma cloud Azure AI Foundry nonostante le polemiche.
DeepSeek R1 disponibile su Azure di Microsoft
Microsoft ha reso disponibile il modello di ragionamento R1 di DeepSeek sulla sua piattaforma cloud Azure AI Foundry nonostante le polemiche.

Microsoft ha deciso di offrire R1 di DeepSeek sulla sua piattaforma Azure AI Foundry. Una mossa curiosa, visto che il partner e collaboratore di Microsoft, OpenAI, ha lasciato intendere che DeepSeek potrebbe aver rubato la sua proprietà intellettuale e violato i termini di servizio.

Microsoft porta il modello R1 di DeepSeek sul suo cloud, nonostante i sospetti su OpenAI

In un post sul blog, Microsoft assicura che la versione di R1 su Azure AI Foundry è stata sottoposta a valutazioni rigorose e analisi di sicurezza per mitigare i potenziali rischi. Ma il sospetto che DeepSeek abbia abusato dei servizi di Microsoft e OpenAI non si spegne. Secondo alcuni ricercatori, la startup cinese avrebbe esfiltrato una grande quantità di dati usando l’API di OpenAI in autunno 2024.

Microsoft promette che in futuro i clienti potranno usare versioni “distillate” di R1 sui PC Copilot+, la linea di hardware Windows certificata per l’AI. Resta da capire se l’azienda di Redmond apporterà modifiche al modello per migliorarne l’accuratezza e combattere la censura. Già, perché i test mostrano che R1 fornisce risposte errate o non risponde affatto nell’83% dei casi su temi di attualità, e si rifiuta di affrontare l’85% dei prompt relativi alla Cina. Anche se ci sono alcune tecniche che permettono di aggirare la censura su DeepSeek.

Il fascino di R1 batte i dubbi: Microsoft non vuole perdere il treno

Insomma, nonostante i sospetti e le ombre sulla censura, R1 resta il modello del momento e Microsoft non vuole farsi scappare l’occasione di portarlo sul suo cloud. Il fascino dei nuovi modelli di DeepSeek è più forte dei dubbi etici e legali, almeno per ora.

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Pubblicato il
30 gen 2025
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