DEF CON, vulnerabilità in auto e cabine elettorali

DEF CON, vulnerabilità in auto e cabine elettorali

Gli hacker si sono scatenati anche nella nuova edizione della celebre conferenza agostana organizzata sulla West Coast statunitense, anche se gli obiettivi sono un po' inflazionati tra infotainment e voto elettronico colabrodo
Gli hacker si sono scatenati anche nella nuova edizione della celebre conferenza agostana organizzata sulla West Coast statunitense, anche se gli obiettivi sono un po' inflazionati tra infotainment e voto elettronico colabrodo

L’edizione 2017 della conferenza DEF CON si apre con uno degli argomenti “hot” del momento, una questione di sicurezza costantemente presente nelle cronache informatiche che coinvolge i sistemi di infotainment presenti su un buon numero di modelli di automobili prodotte su scala industriale. E che risultano, neanche a dirlo, vulnerabili all’azione di malintenzionati e cyber-criminali.

Condotto da tre ricercatori in forze a McAfee, il nuovo studio prende in particolare di mira le unità di controllo della telemetria (Telematics Control Unit o TCU) integrate su alcuni modelli di autovetture prodotte da Ford, BMW, Infiniti e Nissan ed equipaggiate con un modem baseband 2G S-Gold 2 (PMB 8876) .

Le TCU in oggetto includono due diverse vulnerabilità di sicurezza , hanno spiegato i ricercatori , una di buffer overflow (CVE-2017-9647) che necessita dell’accesso fisico all’auto-bersaglio e l’altra sfruttabile da remoto (CVE-2017-9633) per eseguire codice arbitrario attraverso un componente interno della TCU.

La lista di auto coinvolte dal problema non è esattamente breve e include vari modelli BMW prodotti tra il 2009 e il 2010, vetture Ford, Infiniti (dal 2013 al 2014) e Nissan Leaf (2011-2015). I produttori rassicurano sulla pericolosità delle falle che riguarderebbero solo i sistemi di infotainment , mentre Ford ha iniziato a disabilitare i modem 2G sulle proprie autovetture a partire dal 2016.


E dopo le autovetture al DEF CON 2017 non potevano certo mancare le cabine elettorali con apparati elettronici , con gli hacker intervenuti a Los Angeles impegnati a smontare le 30 macchine fornite dagli organizzatori (e prodotte da Diebolds, Sequoia o Winvote) alla ricerca di eventuali vulnerabilità.

Come prevedibile, la ricerca delle vulnerabilità è durata meno di 90 minuti con i ricercatori che si sono trovati davanti a sistemi operativi obsoleti (Windows XP) con relative falle sfruttabili via WiFi, versioni non protette della libreria OpenSSL e via elencando . Non bastasse questo, i dati presenti sulle macchine sono risultati parzialmente recuperabili con le informazioni personali di ben 650.000 elettori statunitensi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 ago 2017
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