Le prime specifiche per il 5G sono state dichiarate completate da parte del 3GPP (Third Generation Partnership Project). “È davvero il passo che consente ai venditori di iniziare a costruire gli impianti” – ha dichiarato Matt Branda, director of technical marketing di Qualcomm, una delle aziende strette nell’accordo di collaborazione che dal 1998 si occupa della standardizzazione dei sistemi di telecomunicazione nel mondo (il 3GPP appunto). All’esultanza si è unito anche Dave Wolter, AVP di Radio Technology and Strategy presso i laboratori AT&T esulta per il risultato: “è stato estremamente difficile e la gente ha impiegato un sacco di tempo e sforzi e sembra che ce l’abbiamo fatta”. AT&T è tra i promotori dell’iniziativa e si distingue per aver sostenuto la netta accelerata dell’ultimo anno.
Le specifiche ufficializzate riguardano il supporto per lo spettro di bassa, media e alta banda, da sotto 1 GHz, come 600 e 700 MHz, fino a circa 50 GHz, e includono la banda da 3,5 GHz. Entro giugno 2018 è previsto inoltre il completamento della versione Standalone (SA) che offre la piena capacità per l’utente di controllo sul 5G NR (New Radio) utilizzando dunque il cuore di quella che è la nuova architettura del 5G.
I tempi sono stati rispettati, nonostante durante il recente meeting plenario di Settembre in Giappone fosse stato espresso qualche dubbio sul rispetto dei tempi per via di argomenti prettamente tecnici da smarcare (channel modeling, nonorthogonal multiple access, lo spettro per NR, eV2X evaluation methodology, accesso integrato).
A febbraio di quest’anno l’agenzia delle Nazioni Unite aveva comunicato l’intesa sulla bozza finale per le reti di comunicazione di prossima generazione. Si era trattato di un ulteriore conferma e legittimazione della strada verso la standardizzazione già avviata, e in cui ITU, l’International Telecommunication Union (ITU) è stato il principale promotore.
La corsa al 5G potrà ora procedere con la fase di valutazione e decisioni strategiche per arrivare al 2020 con la completa definizione di quelle che sono le specifiche IMT-2020. Il nostro Paese è parte attiva nel processo e al fine di incentivare la diffusione della nuova tecnologia, il Governo sta spianando le porte per l’attribuzione delle frequenze (in particolare quelle comprese tra i 3,4 e 3,8 GHz) che saranno assegnate mediante asta fruttando alle casse dello stato oltre 2 miliardi di euro. In Paesi come gli Stati Uniti il roll out della tecnologia è già stato avviato, e a breve saranno formulate le prime offerte commerciali da parte degli operatori, ma anche nello stivale qualcosa si muove.